Bluenergy, sanzione da 2 milioni. Per l’Antitrust «costi poco trasparenti»
Tra le violazioni, l’Agcm ha rilevato, sia nell’ambito della documentazione contrattuale che del materiale promozionale di alcune offerte poste sul mercato tra il 2019 e il 2021, la mancanza dell’indicazione relativa al valore degli oneri di commercializzazione.
La società ha rimborsato alcune decine di migliaia di clienti per complessivi 500 mila euro e sta valutando l’ipotesi di ricorrere al Tar

UDINE. Una sanzione da 2 milioni di euro è stata comminata dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato a Bluenergy per tre violazioni: la mancata trasparenza dei costi di commercializzazione e le illegittimità della comunicazione delle modifiche unilaterali al contratto e della rappresentazione delle condizioni di applicazione dei bonus.
Tre segnalazioni hanno fatto scattare gli accertamenti durante i quali l’Agcm ha rilevato, sia nell’ambito della documentazione contrattuale che del materiale promozionale di alcune offerte poste sul mercato tra il 2019 e il 2021 - Dinamico Casa, Deciso Casa Green, Relax e Jump - , la mancanza dell’indicazione relativa al valore degli oneri di commercializzazione.
Oneri - vedi la componente PCV per l’elettricità e le componenti CCR, QTint, QTPSV e QVD per il gas – che rappresentano una voce di costo significativa, che va espressamente indicata nel suo valore unitario e per la quale invece Bluenergy rinviava genericamente alle delibere Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) nel caso della documentazione contrattuale o direttamente ometteva sulle comunicazione pubblicitarie.
Condotta, questa, che per l’Antitrust ha impedito «ai consumatori di appurare l’effettiva spesa per l’energia prima della sottoscrizione del contratto di fornitura» si legge nelle conclusioni del provvedimento che ricorda pure come nel mercato libero «vige l’obbligo per gli operatori di indicare esplicitamente il valore di tutti i corrispettivi e oneri addebitati alla clientela».
A questo si aggiunga la mancata comunicazione separata delle modifiche contrattuali e la non chiara esposizione, sempre nell’ambito del materiale promozionale, delle condizioni di applicazione e delle limitazioni relative ai bonus, stornati in caso di recesso anticipato.
Alla luce delle tre violazioni e della loro durata, da ottobre 2019 a febbraio 2022 (quando la società ha aggiornato la documentazione contrattuale e le offerte commerciali), l’Agcm ha determinato la sanzione amministrativa pecuniaria in 2,5 milioni di euro, ridotti a 2 milioni «tenuto conto - si legge ancora nella delibera - delle misure adottate nel corso del procedimento anche di natura restitutoria».
«Abbiamo deciso di ristorare alcuni nostri clienti - conferma Marco Lacurre, responsabile delle relazioni istituzionali di Bluenergy -, parliamo di alcune decine di migliaia di persone cui sono stati corrisposti da un minimo di 2 euro a un massimo di 8, per un valore complessivo tra i 500 e i 600 mila euro».
Quanto alla risultanza dell’indagine e alla sanzione, Lacurre tiene a precisare che la società «stia analizzando nel dettaglio e con grande attenzione il provvedimento per capire come muoversi nell’immediato futuro e decidere se ricorrere al Tar Lazio».
Ancora Lacurre: «Non ci riconosciamo nelle condotte descritte nel provvedimento: Bluenergy è una società che ha sempre agito con la massima trasparenza nei confronti dei clienti e nel rispetto della normativa di settore». Ricorda quindi come il provvedimento inflitto a Bluenergy sia tutt’altro che isolato. Altre tre società - Ajò Energia, Ubroker e Visitel - sono state contestualmente sanzionate per un totale di 2 milioni di euro. E sono solo le ultime. Altre 13 erano state interessate da altrettanti procedimenti l’anno scorso, indice dell’attenzione che l’Antitrust sta ponendo sugli operatori alla viglia del passaggio di tutti gli utenti al mercato libero fissato per il 1 ° gennaio 2024.
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