Cambio in Emera, controllante di Eurotech: Cgi e Bluenergy cedono ai Fumagalli (ex Candy)

Passa nelle mani della famiglia Fumagalli, già proprietaria del marchio del bianco Candy (venduto al colosso cinese Haier nel 2018 per 475 milioni) il controllo della quota di maggioranza relativa di Eurotech

Maura Delle Case

Passa nelle mani della famiglia Fumagalli, già proprietaria del marchio del bianco Candy (venduto al colosso cinese Haier nel 2018 per 475 milioni) il controllo della quota di maggioranza relativa di Eurotech, la multinazionale che progetta, sviluppa e fornisce edge computer e soluzioni l’internet of things e che ha il suo quartier generale ad Amaro.

Nella seconda metà del mese di dicembre è stato infatti ridefinito l’assetto societario di Emera, la holding di partecipazioni nata nel 2019 proprio per investire in Eurotech dall’iniziativa delle famiglie Curti (Cgi holding e Bluenergy) e Fumagalli (Alisei forinvestments e Buenafortuna Capital), che fino allo scorso dicembre ne hanno detenuta ciascuna una quota complessiva del 46,51% (il restante 7% era ed è rimasto in capo a New industry). L’interesse dei due azionisti di riferimento per Eurotech era di natura diversa. Un investimento in un’azienda promettente per i Fumagalli, una possibilità di collaborazione ai fini dello sviluppo di soluzioni utili all’impresa per Bluenergy.

Dal 2019 è però cambiato il mondo: Covid, conflitto in Ucraina, shortage dei componenti elettronici e “guerra” dei talenti nel tech hanno rivoluzionato lo scenario e indotto Bluenergy e Cgi holding a fare un passo indietro, non ritenendo più strategico l’investimento. Al contrario della famiglia Fumagalli, che invece ha scelto di rilanciare su Eurotech una seconda volta, raddoppiando la propria presenza in Emera, dove Alisei forinvestments, società che fa capo ad Aldo Fumagalli, e Buenafortuna Capital, società veicolo del fratello Beppe, sono arrivate a detenere insieme il 93,02% di Emera e dunque rappresentano la fetta più rilevante nel capitale sociale di Eurotech che per il resto – parliamo dell’80% – è flottante.

Il primo segnale del nuovo corso è arrivato all’inizio del mese con l’annuncio della sottoscrizione da parte di Emera di un impegno a effettuare, fino a un importo massimo di 6 milioni per l’esercizio 2025, uno o più versamenti – il primo da 1,5 milioni è già andato in porto – in conto futuro aumento di capitale a favore di Eurotech. Obiettivo, come spiegato dall’azienda, non «aumentare l’esposizione verso gli istituti di credito e rafforzare la struttura patrimoniale».

Un impegno che ha avuto effetti positivi sul titolo in Borsa che il giorno dell’annuncio (il 6 febbraio) ha chiuso a 0,88 euro, in rialzo del 2,4%.

Eurotech deve fare i conti con un contesto di mercato che non le è favorevole: i prodotti tecnologici che l’azienda di Amaro offre pagano il rallentamento del settore dell’automotive. Rallentamento che si è puntualmente riflesso sui conti. La società ha chiuso infatti il primo semestre 2024 con ricavi per 47,9 milioni, in contrazione del 38,9%, e con una perdita di 5,5 milioni.

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