Carel, i ricavi a 430 milioni: «Al centro ricerca e sviluppo»

L’Ad Francesco Nalini: «Puntiamo sul consolidamento della nostra leadership tecnologica»

Nicola Brillo

Il terzo trimestre della padovana Carel Industries segna risultati vicini a quelli dei trimestri precedenti per ricavi e profittabilità. La società padovana, attiva nelle soluzioni di controllo per condizionamento, refrigerazione e riscaldamento, chiude i primi 9 mesi con ricavi consolidati a 432,9 milioni, in calo del 12,9% rispetto ai primi nove mesi 2023.

A perimetro e a cambi costanti il calo sarebbe stato del 16,4%. Il margine operativo lordo consolidato è stato di 78,7 milioni (-28,9% rispetto a 12 mesi fa). Cala del 32,8% il risultato netto a 39,7 milioni.

Numeri che hanno penalizzato il titolo in Borsa, che ieri ha chiuso in forte flessione a 18,3 euro (-4,89%). «Il contesto complesso e incerto ha influenzato e amplificato una serie di elementi temporanei e maggiormente legati ai mercati di riferimento nei quali il gruppo opera» ha commentato Francesco Nalini, amministratore delegato del gruppo «particolarmente rilevante fra gli altri il fenomeno dell’alleggerimento della scorte, che vediamo comunque prossimo alla normalizzazione».

Il 2024, quindi, si conferma come anno di transizione e il quarto trimestre segnerà ricavi consolidati sostanzialmente in linea con quelli antecedenti. Carel Industries si attende di chiudere l'anno con ricavi consolidati vicini a 580 milioni.

«I trend secolari che caratterizzano i nostri mercati, principalmente l'efficienza energetica e la transizione verso refrigeranti più sostenibili, sono ancora saldamente presenti e lo saranno per i prossimi decenni» prosegue il Ceo «per questo continueremo a puntare sul consolidamento della nostra leadership tecnologica costruita nel corso di 50 anni e in continuo rafforzamento grazie anche ai notevoli investimenti in R&D che continuano a superare il 5% dei nostri ricavi».

Analizzando le singole aree geografiche, la regione che riveste maggior peso per il gruppo (ovvero Europa, Medio-Oriente, Africa), da cui deriva il 66% dei ricavi, chiude il periodo con un calo a cambi costanti del 18,4%.

L’Asia-Pacific, che rappresenta circa il 14% dei ricavi del Gruppo, riporta un calo a cambi costanti pari all’8,6%. I ricavi derivanti dal Nord America, che rappresentano circa il 17% del totale, crescono del 6,1% a cambi costanti.

Dal primo gennaio 2025 andrà in pensione il direttore generale Giandomenico Lombello, figura chiave per 36 anni della società. E ad inizio anno debutterà la nuova struttura organizzativa, che vedrà il ceo Francesco Nalini gestire direttamente una prima linea manageriale più agile e veloce, per ridurre le complessità e ottimizzare la catena decisionale. —

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