Ca.Ti. sfida il mercato: i suoi tiranti in 35 Paesi

L’azienda pordenonese è un punto di riferimento nel mercato della geotecnica e delle costruzioni. Serve un ampio ventaglio di clienti, dalle piccole e medie imprese alle grandi multinazionali

Paola Dalle Molle

Una strategia vincente per affrontare l’attuale instabilità geopolitica ancorando il risultato. Nata nel 1982 a Pordenone, Ca.Ti. Carnica Tiranti srl, grazie a una esperienza consolidata e alla continua innovazione, oggi si afferma come punto di riferimento nel mercato della geotecnica e delle costruzioni.

Aspetto rilevante e strategico da sempre, l’altissima competenza tecnica nel settore. Ca.Ti. serve un ampio ventaglio di clienti, dalle piccole e medie imprese alle grandi multinazionali, apprezzata nel mercato nazionale e internazionale, fornisce oltre 35 paesi grazie a una strutturata rete di distribuzione.

La capacità produttiva raggiunge circa 2000 tiranti al mese e la lavorazione di oltre 180 tonnellate di acciaio. L’azienda è specializzata nel settore della geotecnica, produce una vasta gamma di tiranti offrendo servizi e tecnologie e fornendo al mercato anche sistemi e tecnologie di post-tensione.

Il settore della geotecnica tratta i problemi riguardanti la meccanica dei terreni e delle rocce, finalizzati alla progettazione delle strutture interagenti con i terreni: fondazioni di manufatti, opere di sostegno e di presidio, opere in terra, gallerie, abbracciando la gamma di tipologie di costruzioni, dalle autostrade alle dighe in terra, centrali elettriche all’aperto e in sotterraneo, piattaforme off-shore, edifici industriali e civili di qualunque dimensione, opere di stabilizzazione dei pendii e ponti.

«Abbiamo chiuso il 2024 – dichiara Nicola De Marco, vicepresidente Ca.Ti – con un fatturato di 11,3 milioni di euro e con un Ebitda di 1,7 milioni. Rispetto all’anno precedente abbiamo risentito di un leggerissimo calo (meno del 2%) che ci rende comunque soddisfatti data la situazione geopolitica un mercato (europeo e non solo), in forte rallentamento».

«Nell’ultimo decennio . continua De Marco - la nostra attenzione è stata orientata verso l’export “diversificato” (nel 2024 abbiamo venduto in oltre 28 paesi); questa scelta è risultata strategica. Durante il 2024, abbiamo intensificato il settore dedicato alla ricerca, sviluppo e ai progetti di sostenibilità, installando un nuovo impianto fotovoltaico. Questo ci ha consentito di rafforzare l’impegno verso la sostenibilità e l’impatto ambientale dei nostri prodotti. Inoltre, abbiamo ampliato lo stabilimento, attivando una nuova zona di stoccaggio prodotto finito, con una zona dedicata allo smaltimento rifiuti e un aumento della zona di stoccaggio materiale in entrata».

«Il 2024 – fa sapere l’imprenditore – è stato un anno complesso, contraddistinto da una forte instabilità nei mercati che si sono dimostrati molto timorosi e prudenti. Fattori penalizzanti sono stati i costi delle materie prime e dell’energia. Il quadro economico resta in calo ma questo non ci distoglierà dal perseguire il nostro progetto aziendale».

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