Cattolica: abbiamo opportunità per fusioni e acquisizioni

Lo ha detto il direttore generale di Cattolica Assicurazioni, Carlo Ferraresi, commentando la delega a cinque anni per un eventuale aumento di capitale fino a 500 milioni che il cda ha deciso di chiedere all'assemblea del prossimo 27 giugno

PADOVA - «Abbiamo opportunità di M&A (fusioni e acquisizioni). Tralasciando il discorso Ubi, la cui partita da quanto si legge sulla stampa non è ancora chiusa, c'è la joint venture con Banco Bpm».

Lo ha affermato il direttore generale di Cattolica Assicurazioni, Carlo Ferraresi, presentando la trimestrale, a proposito della delega a 5 annni da 500 milioni per un eventuale aumento di capitale che il Cda chiederà alla prossima assemblea del 27 giugno.

Una delega di questo tipo, ha ricordato Ferraresi, «era già stata fatta numerose volte nel passato» e oggi ha ancora più senso «nell'attuale contesto covid».

La compagna veronese è presente con una quota in Ubi dell'1% e partecipa al patto di sindacato 'Car', critico sull'Ops di Intesa, e ha un contratto di bancassicurazione.

Inoltre ha un accordo di bancassicurazione con Banco Bpm.

Riguardo all'altro decisione emersa dall'ultimo Cda, relativa alle proposte di modifiche dello statuto accogliendo alcune delle richieste degli azionisti dissenzienti, che a loro volta hanno ritirato la richiesta di un'assemblea sul loro progetto, secondo Ferraresi «È un risultato molto positivo che dimostra quanto tutti i soci siano uniti».

«La delega per l'aumento di capitale è uno strumento per dotare il Cda e il management senza dovere riconvocare un'altra assemblea», ha spiegato, dopo Ferraresi, il Cfo di Cattolica Atanasio Pantarrotas nel corso dello conference call in risposta alle domande degli analisti.

«Dura 5 anni mentre i dossier di M&A sono già noti e sono su un arco temporale di 12-18 mesi. Vorremmo essere pronti nel momento in cui servisse», ha aggiunto.

A propositivo di Ubi, «Se l'ops di Intesa avrà successo Ubi seguirà altre strade».

«Nel caso Ubi-Intesa uscisse dall'accordo l'impatto sulla Solvency non sarebbe importante», ha rassicurato segnalando che in Cattolica «non stiamo pensando di fare un aumento di capitale da 500 milioni» per l'ipotesi che l'indice di solidità sfugga con la crisi legata al covid.

«Altre opportunità di M&A ce ne sono. Uno è il nostro partner Banco Popolare che ha anche un accordo con un altro operatore che scade l'anno prossimo ed è un'opzione probabile di M&A».

Ubi e Banco Bpm, ha sottolineato Pantarrotas, «non sono alternative. Se c'è un accordo che crea valore cerchiamo di perseguirlo».

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