Chimar cerca l’esordio sui mercati esteri: «Crescita a piccoli passi e sostenibile»

L’azienda chimica padovana ha superato la boa dei 40 anni. Fondata da Aldo Rizzuti ex agente di commercio ora è dei figli Vittorio e Valeri

Nicola Brillo

Un’azienda chimica può nascere in un appartamento di un condomino, sotto l’abitazione di famiglia. A fondare la Chimar è Aldo Rizzuti, agente di commercio che vendeva prodotti chimici, tra i quali pigmenti. Aveva notato che c'erano delle possibilità per sviluppare alcuni settori e nuovi mercati e decide di mettersi in proprio. Crea così nel 1984 l’azienda, che muove i primi passi nella preparazione e commercializzazione di masterbatch per la colorazione della plastica.

Oggi è guidata da Vittorio e Valeria Rizzuti, la seconda generazione. Il team conta più di 60 tra tecnici e professionisti. «All’inizio nell’appartamento sotto casa veniva svolta tutta l'attività amministrativa, mentre la produzione era presso lo stabilimento di un nostro cliente di allora - ricorda Vittorio Rizzuti, amministratore delegato di Chimar -. Poi la produzione è cresciuta e ci siamo spostati nella zona industriale di Cadoneghe in un piccolo capannone, e poi sempre più grande. Nel 2017 papà, arrivato alla pensione, come promesso ha lasciato l’azienda operativamente e la maggioranza societaria è passata a me e mia sorella».

Vittorio segue la produzione e il settore commerciale, la sorella Valeria l’amministrazione. Il fatturato 2024 ha raggiunto 14,9 milioni, nel 2023 è stato di 14,8 milioni con un utile di 641 mila euro. Nei mesi scorsi l’azienda ha festeggiato i primi 40 anni di storia.

«Questo anniversario non rappresenta solo una tappa fondamentale nella storia di Chimar, ma anche un’occasione per celebrare il contributo di tutti i dipendenti che hanno costruito il successo dell’azienda - ricordano Vittorio e Valeria Rizzuti -. Guardando al futuro, continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo, grazie a laboratori tecnologicamente avanzati e alla capacità di progettare soluzioni innovative».

Negli anni l’azienda padovana ha diversificato i mercati. Dopo il settore edile, con cavi e tubazioni, adesso Chimar serve anche gli stampatori di casalinghi, arredo, giardino e giocattoli. «La ricerca e sviluppo è una parte fondamentale per noi - aggiunge l’ad Rizzuti -. Il nostro mercato è l’Italia, in futuro c'è l'intenzione di affacciarci anche all'estero. Ci siamo detti fin dall’inizio che la crescita deve essere fatta a piccoli passi e sostenibile: puntiamo sulla qualità».

La situazione sui prezzi delle materie prime è rientrata, ma il mercato ha un po’ rallentato rispetto agli anni scorsi. «La tendenza ora è quella di produrre solo dopo l’ordine: il mercato è cambiato, la sfida è più ardua - aggiunge l’ad -. Per noi è comunque uno stimolo per crescere, ascoltando le sensazioni del mercato».

L’anniversario dei 40 anni coincide anche con un nuovo impegno verso la sostenibilità. Chimar utilizza un impianto fotovoltaico da 420 kW per alimentare parte della produzione. L’azienda è in fase di certificazione per la parità di genere, confermando il suo impegno verso la responsabilità sociale d’impresa. 

 

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