Cimolai avanti con il piano del concordato: a giugno gli ordini a quota 785 milioni

La storica azienda d’ingegneria prosegue nel percorso di rimborso dei creditori e conquista nuove commesse sul mercato
Luca Piana
La nuova Torre Piloti del Porto di Genova, consegnata da Cimolai nelle settimane passate
La nuova Torre Piloti del Porto di Genova, consegnata da Cimolai nelle settimane passate

Un percorso di risanamento ben avviato, che prosegue senza interruzioni e promette di mettere fine alla crisi di natura finanziaria che due anni fa aveva portato la società nei guai. È questa la fotografia che emerge dal fascicolo di bilancio del 2023 - depositato nelle scorse settimane - del gruppo Cimolai, storica società pordenonese d’ingegneria specializzata nella costruzione di grandi strutture in acciaio, ponti, stadi e edifici avveniristici, con progetti e commesse in tutto il mondo. I numeri principali del 2023 – ricavi per 289 milioni di euro, un margine operativo al lordo delle partite finanziarie (ebitda) di 25 milioni di euro, un portafoglio ordini di 810 milioni – erano già stati diffusi dalla società. Il documento, tuttavia, permette di fare il punto sull’attuazione del piano previsto dal concordato preventivo, approvato dai creditori l’estate passata.

Uno dei punti più interessanti è il fatto che, nel 2023, i ricavi di Cimolai sono stati inferiori a quelli che erano previsti dal piano sottoposto a concordato, 289 milioni rispetto ai 355 stimati nella procedura. Nonostante questo rallentamento dell’attività, un fatto non inusuale in un settore come quello delle costruzioni e che, per Cimolai, era legato in particolare alla rimodulazione dei lavori di realizzazione in Cile del più grande telescopio del mondo, l’azienda è riuscita a migliorare la redditività. I 25 milioni di margine operativo lordo ottenuto, infatti, sono superiori ai 17 milioni che erano previsti nel piano.

Nella relazione la società presieduta da Marco Sciarra, arrivato al vertice a gennaio nell’ambito del piano di insediamento di una nuova governance, scrive che «anche l’andamento dei primi mesi del 2024 è in linea con gli obbiettivi per l’esercizio, che sono migliorativi rispetto a quanto previsto dal piano» e, per questo motivo, «vengono confermati i livelli di profittabilità e di performance stimati», a dispetto del citato slittamento di alcune commesse.

Un altro aspetto interessante è che ben 300 milioni di ordini sono stati fatti al gruppo durante la procedura di concordato, un fatto che gli amministratori considerano «una conferma del legame che la società ha consolidato negli anni con alcuni clienti strategici». Un modo per sottolineare che la crisi finanziaria del 2022, determinata dalle perdite su alcuni prodotti derivati sottoscritti dal gruppo, non hanno toccato il cuore industriale dell’azienda.

Nel corso del 2024 sono state consegnate alcune opere che erano in corso, come il ponte Drini in Albania, il più lungo del Paese, oppure la nuova Torre Piloti del porto di Genova. Il volume degli ordini, che a fine 2023 a livello di gruppo era pari a 810 milioni, stando alle prime indicazioni a fine giugno era già su livelli molto elevati, pari a 785 milioni, beneficiando fra le altre di alcune grandi commesse come quella per le strutture antisismiche dell’ospedale Borgo Roma di Verona.

Il bilancio 2023 descrive anche come si stanno sviluppando gli altri capitoli del piano. Dice che l’azionista di riferimento Luigi Cimolai ha sottoscritto il previsto aumento di capitale da 5,4 milioni e che stanno andando avanti le procedure per la cessione dei beni immobiliari, così come quella della partecipata svizzera Sitindustrie Suisse, per la quale sono stati nominati gli advisor.

Marco Sciarra, presidente esecutivo del Gruppo Cimolai
Marco Sciarra, presidente esecutivo del Gruppo Cimolai

«Nel corso dei primi mesi del 2024 hanno già trovato manifestazione monetaria alcuni flussi positivi non previsti originariamente e frutto di trattative avvenute successivamente alla chiusura dell’esercizio e pari a circa la metà del valore complessivo delle dismissioni di beni non strumentali. Si ritiene che tali eventi positivi possano compensare eventuali ritardi temporali che dovessero emergere nelle trattative per le (altre, ndr) cessioni», assicura il documento.

Tutti elementi che permettono a Cimolai di procedere regolarmente con i rimborsi ai creditori (il valore dei debiti al momento della crisi ammontava a 529 milioni), nelle modalità previste: «La società ha proceduto al pagamento dei crediti privilegiati entro 180 giorni dalla sentenza di omologa del concordato, ad eccezione di quelli per i quali è stato definito un diverso piano di pagamento, mentre i creditori chirografari verranno soddisfatti in linea con il contenuto della proposta concordataria».

Naturalmente il percorso per archiviare definitivamente i fatti del 2022 non sarà breve, considerato che la manovra finanziaria delineata ha un orizzonte temporale che arriva al 2029. In ogni caso, anche se quello delle costruzioni resta un settore caratterizzato da un’elevata incertezza, i primi passi mossi dalla società sembrano andare nella direzione concordata con i creditori.

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