Cimolai fuori dalla crisi. Fatturato in crescita e ordini per oltre 800 milioni

Il gruppo pordenonese archivia le difficoltà finanziarie e continua a correre

«I dati confermano quel che abbiamo sempre sostenuto: quella che ha interessato la Cimolai era una crisi finanziaria e non industriale». E i numeri, riassunti da Marco Sciarra, presidente del Cda dell’azienda pordenonese, fotografano lo stato di salute del gruppo che, a livello consolidato, chiude il 2023 con 390 milioni di ricavi, in linea con il 2022, di cui 290 milioni di Cimolai spa, la capogruppo con headquarters a Pordenone. Il margine operativo lordo (ebitda) ha raggiunto i 25 milioni, in crescita del 15% sull’esercizio precedente, e 8 milioni di utile netto, +105% sul 2022. L’azienda afferma che l’omologa del piano concordatario ha generato ulteriori benefici finanziari a livello di gruppo e ha permesso «la ridefinizione delle posizioni debitorie della società», con una posizione finanziaria netta che ora si attesta a 120 milioni di euro.

A livello aggregato, come detto, il Gruppo raggiunge i 390 milioni di euro di ricavi generati oltre che dalla Cimolai, dalle controllate come Heavy Lift, la svizzera Zwahlen & Mayr, e le società in Uk e negli Usa. In crescita anche l’occupazione, «salita a 853 persone - sottolinea Sciarra - a cui sommare altri 450 addetti indiretti che portano a più di 1.300 dipendenti nel mondo». In portafoglio Cimolai ha oggi «ordini per 810 milioni di euro - ancora il presidente - a cui possiamo sommare altri 250 milioni che è il valore di contratti che stiamo discutendo in queste settimane». Molti all’estero, ma non manca l’Italia, dove il settore delle costruzioni è molto dinamico «grazie ai fondi del Pnrr» ricorda Sciarra. Il gruppo «ha partecipato a diverse gare per la realizzazione di progetti che beneficiano di risorse del Pnrr, quella più importante è certamente l’intervento di miglioramento sismico dell’Ospedale di Verona, opera da 40 milioni di euro».

Oltre alle grandi opere in corso, da Elt in Cile, il più grande telescopio del mondo, al lotto 2 della linea 17 della Metropolitana di Parigi, dai ponti Jfk a New York all’Arena Santa Giulia a Milano, dalla nuova stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni ai moduli per la liquefazione del gas per la Baker & Hughes, Cimolai conferma l’interesse per la cantieristica, settore in cui opera in partnership con Mariotti e Fincantieri. «Stiamo realizzando uno scafo per la Marina Militare - conferma Sciarra - e siamo in attesa di formalizzare una nuova commessa per la realizzazione di una nave da crociera che impegnerà il nostro cantiere di San Giorgio di Nogaro». Sempre Cimolai sta operando nella laguna di Venezia al sistema di dighe mobili installato a difesa della città, il Mose, «dove abbiamo completato i lavori di riparazione della porta di Malamocco - dettaglia il presidente - ed eseguendo altri importanti interventi di manutenzione». Molto buone le prospettive per l’anno in corso e per il 2025. «Abbiamo già raggiunto il completamento del carico di lavoro dei nostri stabilimenti per tutto il 2024, e siamo al 50% per il 2025, quindi direi che siamo davvero molto soddisfatti, anche perché questo ci consente di aumentare l’occupazione: siamo assumendo - dichiara Sciarra - sia operai che impiegati che ingegneri».

La crisi finanziaria è alle spalle: «Abbiamo pagato tutti i creditori privilegiati e proseguiamo con i chirografari, come da piano. Abbiamo indici positivi e in ulteriore miglioramento - conclude il presidente - grazie a una serie di attività di efficientamento e siamo pronti a introdurre l’intelligenza artificiale sia nell’ambito del calcolo strutturale che nella produzione, con la robotica, su cui l’azienda ha molto investito negli anni passati». 

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