Cipriani Industria, lascia l’ad Avogaro al timone torna Arrigo

L’ex amministratore delegato occupava la carica dal 2021. In questo momento il consiglio di Cipriani Industria, presieduto dallo stesso Arrigo Cipriani, è composto dal figlio e registra l’entrata della quarta generazione della famiglia, Ignazio e Maggio Cipriani
Eugenio Pendolini

Arrigo Cipriani si riprende la carica di amministratore delegato di Cipriani Industria dopo la mezza rivoluzione nel gruppo della ristorazione di lusso guidato dallo stesso Arrigo e dal figlio Giuseppe.

Come riporta il portale specializzato Affari Italiani, nelle scorse settimane Marco Avogaro, 43 anni, nipote di Arrigo, ha lasciato l’incarico di amministratore delegato della società italiana (controllata dalla lussemburghese Cipriani Ita Holding) che produce e commercializza tutta una serie di prodotti a marchio Cipriani, dalla pasta all’uovo alle conserve fino ai dolci e al celebre Bellini.

L’ex amministratore delegato occupava la carica dal 2021. In questo momento il consiglio di Cipriani Industria, presieduto dallo stesso Arrigo Cipriani, è composto dal figlio e registra l’entrata della quarta generazione della famiglia, Ignazio e Maggio Cipriani, figli di Giuseppe e della sua prima moglie Eleonora Gardini (figlia del defunto Raul). Si tratta, pertanto, di un consiglio di amministrazione composto dal nonno, dal figlio e dal nipote.

L’obiettivo ora è di rilanciare la società sul mercato, anche attraverso la ristrutturazione del personale e dei debiti da 1,2 milioni di euro verso le banche.

Secondo gli esperti del settore, le cause del passo indietro di Avogaro sarebbero da ricercare nella lettura del bilancio 2023 di Cipriani Industria chiuso con ricavi diminuiti anno su anno da 7,7 a 6,7 milioni e con una mini perdita di 27 mila euro rispetto a quella più consistente di 791 mila euro del 2022.

«Nell’esercizio 2023», spiega la nota integrativa al bilancio, «è stata effettuata una ristrutturazione mirata al contenimento dei costi (-2,1 milioni rispetto al 2022) viste le incertezze di mercato mentre alla controllata Cipriani Trade è subentrata Atalanta Corp. quale nuovo importatore per gli Usa. La società aveva chiuso il 2022 in forte perdita – si legge ancora – a causa di fattori endogeni, tra i quali alcuni costi per servizi non ricorrenti (l’ultimazione della ristrutturazione della sede operativa di Losson della Battaglia e l’elevato costo del personale) ed esogeni trai quali il forte incremento (+96%) dei costi delle utenze».—

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