Coin, udienza davanti al giudice in attesa del piano di salvataggio
Il 9 gennaio 2025 è prevista in tribunale a Venezia l’udienza per l’aggiornamento del piano di ristrutturaizone del gruppo Coin. La protezione dai creditori scadrà il 13 gennaio: la giudice potrebbe concedere la proroga richiesta fino al 23 febbraio, l'ultima possibile
Il 9 gennaio 2025 al Tribunale di Venezia si attende un momento cruciale nella vicenda del salvataggio del Gruppo Coin. L’udienza programmata prevede un aggiornamento sul piano di ristrutturazione, per il quale il gruppo di department store veneziano ha richiesto la composizione negoziata a luglio 2024. La protezione dai creditori scadrà il 13 gennaio, ma la giudice potrebbe concedere la proroga richiesta fino al 23 febbraio, l'ultima possibile.
Nei giorni scorsi, da più fonti veniva prospettata la possibilità di un interesse da parte di Ovs per la stessa Coin, congiuntamente con Europa Investimenti/Sagitta (che ha acquisito circa il 70% dei crediti di Coin da Intesa Sanpaolo e Illimity). Nessuna delle parti coinvolte ha confermato tale possibilità che, al momento, non si è concretizzata.
Va notato che l'eventuale interesse di Ovs per Coin non era stato accolto positivamente da alcuni analisti, che avevano sottolineato le difficoltà della catena veneziana nel recuperare la redditività. Quando il gruppo era unito a Ovs, l’Ebitda di Coin non era mai stato positivo.
Ora la situazione è ancora più complessa, con il 2024 che dovrebbe chiudersi con una perdita significativa, riducendo ulteriormente il capitale. L'ultimo bilancio disponibile di Coin, chiuso il 31 gennaio 2023, mostrava un valore della produzione pari a 236 milioni di euro (280 milioni nel consolidato) e un utile d'esercizio di 15 milioni, in gran parte grazie a 28,3 milioni di plusvalenze derivanti da cessioni di immobilizzazioni.
L'azienda necessita dunque di risorse finanziarie per sostenere il rilancio. A gennaio 2023, Coin aveva circa 87 milioni di euro di debiti verso le banche (di cui 38 milioni esigibili entro l'esercizio successivo) e 121 milioni dovuti ai fornitori. Il debito complessivo, inclusi i debiti tributari, ammontava a 234,8 milioni. Durante l’incontro al Mimit, dove è aperto un tavolo per gestire la crisi dell’azienda, Coin avrebbe annunciato la chiusura, per il 2025, di un numero tra i 7 e gli 8 punti vendita in Italia dove sono impiegati circa 92 dipendenti su di un totale di circa 1.400.
In questo contesto, Ovs, che ha recentemente ottenuto buoni risultati e dispone di un modello commerciale che sta producendo ritorni significativi, potrebbe entrare in gioco.
Nel 2024, Ovs ha acquisito una quota nella catena di intimo Goldenpoint (380 negozi), con un'opzione di salire al 51% entro luglio, e ha anche confermato il suo interesse a dicembre per una parte selezionata della rete vendita di Conbipel, storica catena di abbigliamento con 130 negozi e 800 dipendenti, che è entrata in composizione negoziata della crisi a luglio, dopo due anni dall'uscita dall'amministrazione straordinaria.
Inoltre, Ovs potrebbe essere interessata anche ai negozi del gruppo Benetton, che sta chiudendo parte della sua rete come parte di una ristrutturazione radicale avviata dal ceo Carlo Sforza. Benetton ha ridotto il personale del suo quartier generale, chiuso 419 negozi (200 in Italia) sui 3.500 a livello globale, abbandonato gli stabilimenti in Tunisia e Croazia e fermato il polo creativo di Fabrica.
Il gruppo di retail guidato da Stefano Beraldo potrebbe valutare con gli imprenditori che erano in affitto da Benetton, un possibile accordo di mercato per inserire i marchi del gruppo quotato.
Nel frattempo, Ovs ha chiuso i primi nove mesi con vendite per 1,17 miliardi di euro, in crescita del 6,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il margine operativo lordo (Ebitda) rettificato è salito a 135,2 milioni di euro (+11,3%), mentre il risultato prima delle imposte rettificato è stato di 72,3 milioni (+20,4%). Il flusso di cassa ante dividendi e acquisto di azioni proprie è aumentato di 8 milioni.
Nel terzo trimestre, le vendite sono state pari a 414,7 milioni, con un incremento del 12,8%, e il margine operativo lordo rettificato è salito a 46,2 milioni (+31,7%). Alla luce di questi risultati, il gruppo conferma per l’intero esercizio 2024 una crescita di fatturato e Ebitda, con una generazione di cassa in linea con l’anno precedente.
Riproduzione riservata © il Nord Est