Confcooperative Alpe Adria inverte il trend: aumenta il numero delle coop

La presidente Paola Benini: «Abbiamo bisogno di etica. Ciò che conta davvero è creare valore, non solo profitto»

Rosalba Tello
Da sinistra Paolo Tonassi, Alice Richter e Paola Benini
Da sinistra Paolo Tonassi, Alice Richter e Paola Benini

A un anno dalla fusione tra le associazioni provinciali di Udine, Trieste e Gorizia, Confcooperative Alpe Adria riunita a Udine in assemblea fornisce numeri finalmente positivi, registrando nel 2022 - per la prima volta dopo 12 anni - una decisa inversione di rotta con l’ingresso di 16 nuove cooperative.

Nell’ultimo decennio le adesioni erano calate del 30%, ma il trend dello scorso anno fa ben sperare. Oggi l’organizzazione conta quasi 400 cooperative, oltre 82mila soci e circa13mila addetti per 565 milioni di euro di ricavi. «La fusione tra le associazioni provinciali ha rappresentato un successo, si è svolta senza traumi o rallentamenti dell’operatività – ha riferito la presidente Paola Benini, commentando i numeri espressi dal direttore Paolo Tonassi all’assemblea annuale –, conseguendo risultati in termini di efficienza e coesione, e accrescendo la capacità di rispondere ai bisogni delle imprese cooperative. La cooperativa, in fondo è una grande utopia, caratterizzata dallo sforzo continuo di tenere insieme valori e mercato, persone e business, collettività e individualità, dimensioni apparentemente inconciliabili che chiamano i cooperatori a lavorare come funamboli per mantenere questo complicato equilibrio. Per rimanere in equilibrio abbiamo bisogno di etica. Ci troveremo prima o poi a dover spiegare l’unicità del concetto di mutualità, la nobiltà di questa parola, di questo modo di fare impresa, perché sarà poco diverso dal concetto di creazione del valore delle imprese tradizionali. Gli imprenditori, infatti, non parlano più di “creazione di profitto” ma di “creazione di valore”. E allora, tra poco, che differenza ci sarà in termini valoriali ma anche economici fra la “creazione di valore” delle imprese profit e la “mutualità” delle imprese cooperative, se noi perdiamo di vista l’etica?».

Nel suo discorso Benini - la prima donna a rivestire tale ruolo all’interno della Confcooperative regionale - ha segnalato l’ancora scarsa presenza delle donne ai tavoli che contano, così come problematico resta il passaggio generazionale delle compagini sociali: solo l’8% dei soci, ha evidenziato la presidente del Gruppo Giovani Cooperatori Alice Richter, è under30.

Presenti all’appuntamento cooperativo a il vicepresidente regionale di Confcooperative Fvg Luigi Piccoli, il presidente del consiglio regionale Mauro Bordin, il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni con il vicesindaco Alessandro Venanzi, l’onorevole Debora Serracchiani, e l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, che ha ringraziato il mondo cooperativo «per il grande contributo dato nella precedente, complicata legislatura. La Regione sarà un interlocutore attento alle necessità del mondo della cooperazione. Il FVG, con il Veneto, è una delle regioni di punta del Paese, sia per la crescita del Pil che per la tenuta occupazionale».

In un videomessaggio la vice-ministra all’Ambiente Vannia Gava ha parlato di «sfida della transizione ecologica», di cui uno degli strumenti è certamente il Pnrr, «ma la sua complessità rischia di non far intercettare le sue opportunità a molte cooperative e piccole imprese», ha aggiunto Paola Benini, introducendo la seconda parte dell’assemblea dedicata alla presentazione libro “Non perdere un euro: vincere la sfida del Pnrr e attrarre nuovi investimenti”, a cura dell’autrice, Lydia Alessio-Vernì, direttrice generale Agenzia Lavoro & SviluppoImpresa Fvg, referente scientifica Cuoa per il Pnrr, e dell’economista Paolo Ermano, docente dell’Università di Udine.

Ha chiuso i lavori la vicepresidente nazionale di Confcooperative, Anna Manca: «Nelle sfide che ci attendono, l’associazione deve essere vicina alle cooperative offrendo servizi di qualità per fornire un supporto adeguato nei percorsi della transizione ecologica e digitale, ormai ineludibili, affiancando la crescita delle imprese e del territorio».

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