Consorzio Agrario Fvg, ricavi a 70 milioni nel primo semestre
L’incremento è del +27% rispetto allo stesso periodo del ‘21. Il presidente Gino Vendrame «Siamo pronti per nuove aggregazioni» e per «progetti di filiera per ridurre i costi e accedere a fondi Ue»
UDINE. «Siamo il più grande consorzio agrario d’Italia per dimensioni e fatturato: abbiamo chiuso il primo semestre 2022 con un giro d’affari di oltre 70 milioni, in crescita del 27 per cento». Così Gino Vendrame, imprenditore vitivinicolo di Passariano, con la Cantina che guarda Villa Manin, e presidente del Consorzio agrario del Friuli Venezia Giulia, racconta con orgoglio la performance dei primi due trimestri dell’anno che hanno consentito anche un «ulteriore rafforzamento nella struttura finanziaria». Il tutto in uno scenario dove l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin ha fortemente influenzato sia l’aumento dei prezzi in tutti i settori, sia le difficoltà di approvvigionamento in ogni comparto, non solo dai cereali ai fertilizzanti (Kiev è il principale produttore europeo di nitrato d’ammonio) ma anche per legna e pellet in seguito alla crisi energetica.
L’organizzazione di Basiliano (Udine), che evoca nel suo accattivante marchio la dizione “servizi a tutto campo”, nella nostra regione ha una quarantina di affiliati, e guarda al futuro con «ulteriori alleanze in un’ottica che non snaturi le singole peculiarità, ma consenta di sviluppare sinergie per offrire servizi migliori a prezzi più bassi» come racconta il presidente Vendrame. Il modello è appunto quello del Consorzio agrario Friuli Venezia Giulia che è salito sul gradino più alto del podio settoriale aggregando micro consorzi. Insomma, l’epoca del “piccolo è bello”, teorizzata dal sociologo del Censis Giuseppe De Rita, ha fatto il suo tempo ed è ora, sottolinea ancora Vendrame, di muoversi con «progetti di filiera anche nell’agroalimentare, per abbattere i costi e accedere ai fondi Ue sulla ricerca dedicati all’agricoltura di precisione, cioè quella che utilizza sensori elettronici e droni per avere più hi-tech nei campi».
Fondamentali, per i risultati del primo semestre, sono state la «programmazione e la solidità finanziaria – spiega Vendrame illustrando i numeri – capacità che hanno consentito alla nostra azienda di affrontare una campagna dalle dinamiche senza precedenti, assicurando alle aziende agricole la disponibilità dei prodotti ed anche nuove soluzioni tecniche per essere più competitivi».
Venendo ai singoli comparti, da segnalare un exploit di quello agronomico e del conferimento dei cereali: il ritiro dei raccolti autunno-vernini è cresciuta, superando la quota di 300 mila quintali andati all’ammasso. Queste colture, infatti, nella nostra regione non hanno subito l’effetto della perdurante siccità e le produzioni sono in linea con le medie degli anni passati.
La crescita del giro d’affari è comunque riscontrabile in tutti i segmenti, con limitate flessioni solo nel segmento legna e pellet a causa della mancanza di prodotto sul mercato. «Buona parte dell’incremento del fatturato – è la sottolineatura del Consiglio di amministrazione del Consorzio agrario Friuli Venezia Giulia nella nota che annuncia i conti – è dovuta alla particolare situazione che ha portato molti prodotti a quotazioni vertiginose rispetto al passato, con aumenti anche del 200 o 300 per cento. Il dato significativo è che però crescono anche quantità e numero di clienti a conferma della bontà delle nostre scelte e della fiducia crescente» nei confronti dell’azienda. Guardando avanti, Vendrame chiosa: «Stiamo potenziando il servizio tecnico con agronomi che offriranno assistenza nei campi, anche attraverso gli strumenti dell’agricoltura di precisione. Dobbiamo accompagnare e favorire l’innovazione».
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