Cosulich punta all’estero: area balcanica e Adriatico «Il cuore resta Trieste»
Parla Augusto Cosulich a capo di un gruppo che nel 2024 è tornato sopra quota 2 miliardi Nella strategia di sviluppo oltre alla logistica anche la crescita armatoriale nel marine energy
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Europa Centrale e Adriatico sono nel mirino di Fratelli Cosulich, che si appresta a fare shopping in Italia e all’estero. «Non abbiamo mai smesso di guardare al futuro. Anzi. Il nostro percorso di crescita prosegue, avendo ben saldo il legame con Trieste. La città resta quindi il cuore strategico di espansione: in questo territorio a presidiare il business è Marta Cosulich, nostro board member».
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Una crescita solida e radicata
Augusto Cosulich parla con la concretezza imprenditoriale di chi ha fatto della visione e della pragmatica gestione d’impresa un’arte. La sua Fratelli Cosulich, storico colosso armatoriale e logistico, oggi fa parte, di buon diritto, dell’Euro 2 billions revenues club, con una rete che si estende in 18 Paesi. Eppure, le radici affondano sempre nella città giuliana: «Trieste resta la nostra sede legale, ma oggi siamo protagonisti di uno sviluppo che coinvolge tutto il Nord Adriatico, dalla Slovenia alla Croazia fino a nuove operazioni in Serbia», spiega Cosulich.
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E aggiunge: «L’Adriatico con il nostro ruolo nell’acciaio (Ispa2 e Officine Tecno Sider, società collegate del Gruppo), e l’area balcanica sono strategici per noi. L’investimento nella holding Cosulich Adriatic va in questa direzione: consolidare la presenza in un’area che sta tornando centrale per il commercio internazionale».
Bilanci e performance finanziarie
Per il Gruppo, il 2022 era stato, almeno finora, il miglior anno di sempre con 2,2 miliardi di euro di fatturato e un margine operativo lordo (Ebitda) di 68,7 milioni di euro, che si era tradotto in un utile netto di 52 milioni di euro. Da notare che quell’anno il giro d’affari era cresciuto del 45% sul 2021, che si era chiuso con 1,5 miliardi di fatturato, un Ebitda di 38 milioni e un utile netto di 30 milioni di euro.
Nel 2023 la società ha registrato 1,9 miliardi di euro di ricavi e 49,9 milioni di Ebitda con 30,2 milioni di profitti. Per l’anno appena concluso, la situazione è più complessa, dato che il bilancio consolida più di 130 aziende. I preconsuntivi del giro d’affari dovrebbero tornare a superare i 2 miliardi di euro. Per adesso, i dati dei primi nove mesi del 2024 indicano un Ebitda di circa 40 milioni di euro (rispetto ai 49 milioni dell’intero 2023). Il risultato netto potrebbe essere influenzato dagli interessi dovuti ai forti investimenti effettuati.
Trieste e la concorrenza nell’Adriatico
Le dinamiche stanno cambiando. Anche se il porto di Trieste continua a essere una piattaforma chiave per le rotte commerciali verso l’Europa Centrale, la concorrenza cresce: «Non possiamo ignorare - spiega Cosulich - che i porti di Capodistria e Fiume crescono rapidamente, con investimenti mirati sulla logistica. Per questo, con Cosulich Adriatic, stiamo puntando su nuove infrastrutture, magazzini e depositi a Capodistria, per rafforzare la nostra rete in tutta l’area. Questa espansione è parte di una strategia più ampia, che punta a integrare meglio le diverse anime del gruppo: logistica, marine energy, acciaio e yachting.
Abbiamo in corso tre importanti operazioni di M&A nella logistica, due in Italia e una all’estero, che speriamo di finalizzare entro metà anno. Questo ci permetterà di gestire al meglio i nuovi flussi di merci tra l’Adriatico e l’Europa Centrale».
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Obiettivi per il 2025: crescita della flotta
Ma la strategia del gruppo non si ferma alla logistica. Nel 2025, uno dei principali obiettivi sarà lo sviluppo della flotta armatoriale: «Abbiamo investito molto – spiega l’imprenditore - nel marine energy, con cinque bettoline bunker in attività a Singapore e quattro nuove navi ordinate per il trasporto di metanolo. Oltre a due scafi a LNG operativi tra il Nord Europa e il Far East. La flotta crescerà ancora e vogliamo posizionarci con tecnologie più avanzate».
Sostenibilità e nuove tecnologie
L’energia e la sostenibilità sono due parole chiave per il futuro. «Stiamo investendo molto – conclude Cosulich - nei biofuel e nei nuovi combustibili. Abbiamo già ordinato le prime navi per il metanolo e stiamo valutando l’ammoniaca come opzione per le prossime unità. È un percorso obbligato: il settore marittimo deve diventare più green e noi vogliamo essere tra i primi a guidare questa trasformazione».
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