Da Mionetto a Lunelli: sono a Nord Est le cantine con i più alti fatturati in Italia
L’analisi sui ricavi del 2024: il mondo cooperativo primeggia con 12 big sulle 27 realtà che superano i 100 milioni di euro. Dopo l’acquisizione di Casarsa entra in classifica la cantina di Conegliano e Vittorio Veneto con 149,8 milioni di entrate

Si trova a Nord Est il centro di gravità del vino italiano. Gran parte delle società - cooperative o privati - che nel 2024 hanno fatturato più di 100 milioni di euro (sono 27 realtà in tutta Italia), hanno la sede legale, vigneti e cantine di produzione tra Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Ricavi e utili trainati dal Prosecco (l’anno scorso sono state vendute più di 780 milioni di bottiglie in tutto il mondo) e dal Pinot grigio, bianco leader soprattutto negli Stati Uniti, che ha avuto un forte impulso da quando è stata creata la Doc interregionale delle Venezie.
Il mondo cooperativo domina i primissimi posti della graduatoria, mentre il primo gruppo privato è Marchesi Antinori, che in Friuli ha acquisito qualche anno fa il prestigioso brand Jermann. Questi alcuni dei tanti dati riportati dalla rivista specializzata online Wine News.
Sono dunque 14 le cantine che superano i 200 milioni di euro di ricavi, altre 13 superano i 100 milioni. In vetta, come accade già da qualche anno, c’è il colosso emiliano Cantine riunite & Civ che vale oltre 676 milioni di euro e che incorpora marchi come Riunite e Albinea Canali, Cavicchioli 1928 e Umberto Cavicchioli e figli, Cantine Maschio e Maschio dei Cavalieri, Righi e Gaetano Righi.
La sede amministrativa è a Campegine (Reggio Emilia) dove si trova anche uno degli stabilimenti produttivi; le aree di vinificazione, nonché le cantine conferitrici e gli stabilimenti produttivi sono collocati nelle zone Docg, Doc e Igt delle province di Reggio Emilia, Modena e Treviso. A ruota seguono Argea che nel 2022 in Veneto ha acquisito la storica Botter di Fossalta di Piave con 464,2 milioni di euro e Italian wine brands, unica società nel settore dell’enologia, assieme alla veronese Masi, a essere quotata in Borsa.
Ai piedi del podio ci sono il gruppo Caviro che ha 24 sedi in 8 regioni italiane, compreso il Veneto, che arriva a 385 milioni di fatturato e il primo big privato, ovvero i toscani Marchesi Antinori, che fatturato più di 265 milioni.
Seguono il primo importante gruppo del Trentino, ovvero Cavit con 253 milioni e il primo leader del tutto veneto, ovvero La Marca vini e spumanti di Oderzo, che fa della vendita del Prosecco il suo core business. La Marca è una coperativa di secondo livello che fa capo a otto cantine cooperative tutte ubicate nella provincia di Treviso.
Ottavo posto per Herita Marzotto wines estates, il nuovo nome dell’ex Santa Margherita, in provincia di Venezia, le storiche tenute della famiglia Marzotto con 248 milioni. Oltre i 200 milioni, precisamente a quota 209, c’è Zonin1821, che vanta cantine in Veneto, in Chianti, in Friuli (Cà Bolani), in Sicilia e Puglia. Con 180 milioni di fatturato troviamo un altro big del Prosecco, ovvero Mionetto, seguito da Vi.Vo. cantine con 178 e da Marchesi Frescobaldi (in Friuli detengono la Conte d’Attems) con 165 milioni.
Sfiora i 150 milioni di fatturato la cantina di Conegliano, Vittorio Veneto che nel 2024 ha definito l’acquisizione de La Delizia di Casarsa, mentre il gruppo trentino Lunelli (noto per le bollicine Ferrari) supera i 138 milioni. Villa Sandi della famiglia di Giancarlo Moretti Polegato arriva a 132 milioni, Cadis 1898 a 129 e i Vignaioli veneto friulani di Fontanelle, provincia di Treviso, si piazzano tra i big con 109 milioni e precedono Serena Wines, della famiglia Serena, con 106 milioni. Chiude la graduatoria Ruffino che vanta cantine nelle zone della Toscana maggiormente vocate per i grandi rossi, da Montalcino al Chianti.
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