Dagli scarti delle pelli ai concimi organici, la veneta Ilsa investe in Egitto

L’investimento di 4 milioni di dollari nel distretto Robbiki Leather City della joint-venture italo-egiziana Ilsa PCA Egypt, controllata al 51% da Ilsa S.p.A. di Arzignano, prevede la realizzazione di un impianto in grado di processare oltre 20mila tonnellate l’anno di scarti di pelli bovine

Federico Piazza

VICENZA. Ilsa raddoppia in Egitto. Un nuovo stabilimento per la produzione di fertilizzanti solidi sarà operativo in autunno nel moderno polo conciario di Robbiki vicino al Cairo. E si aggiungerà a quello già attivo dal 2020 per la produzione di idrolizzati liquidi per biostimolanti, situato a 100 km dalla capitale egiziana. Due impianti che fanno prodotti ad alta efficienza per l’agricoltura sostenibile, destinati sia al mercato europeo sia ai mercati COMESA - Common Market for Eastern and Southern Africa.

L’investimento di 4 milioni di dollari nel distretto Robbiki Leather City della joint-venture italo-egiziana Ilsa PCA Egypt, controllata al 51% da Ilsa S.p.A. di Arzignano, prevede la realizzazione di un impianto in grado di processare oltre 20mila tonnellate l’anno di scarti di pelli bovine provenienti da allevamenti egiziani e di altri paesi africani, con una capacità produttiva annuale di 12mila tonnellate di gelatina idrolizzata per uso agricolo.

Nei primi due anni questo semilavorato sarà totalmente destinato allo stabilimento Ilsa di Molfetta, in Puglia, e utilizzato come componente di concimi organo-minerali, utilizzati soprattutto nelle colture biologiche o comunque improntate ai criteri di sostenibilità degli agricoltori europei.

«L’Egitto – commenta il presidente di Ilsa, Paolo Girelli – diventa per noi un fornitore di materia prima preziosa la cui disponibilità in Italia e nel distretto conciario di Arzignano sta progressivamente calando». Ma successivamente, con l’entrata a regime di Robbiki, questi fertilizzanti saranno destinati anche ai mercati africani dell’area COMESA. «Guardiamo soprattutto all’area centro-meridionale del continente: Kenya, Tanzania, Sud Africa, Botswana, Zambia, e anche alla Costa d’Avorio».

In Egitto llsa è partecipe dello sviluppo di uno dei più importanti poli conciari moderni dell’Africa. Lo stabilimento di Ilsa PCA Egypt a Robbiki si inserisce in un’area di 250mila metri quadrati destinati a tecnologie innovative per la valorizzazione dei sottoprodotti della concia, che ospiterà anche un centro per la formazione tecnica.

«Abbiamo trovato una grande apertura da parte delle autorità egiziane che hanno accolto favorevolmente l‘insediamento di impianti e tecnologie che consentono di abbattere l’impatto ambientale dell’industria conciaria e ne riconoscono la validità anche dal punto di vista del trasferimento di alte competenze professionali», sottolinea Girelli.

«Oltre a ciò, hanno compreso la spinta innovativa che può derivare dai nostri prodotti ad azione specifica per la crescita di una agricoltura specializzata, in un continente a cui l’Europa guarda con sempre maggiore interesse per il suo approvvigionamento alimentare».

Il progetto Robbiki Leather City mira innanzitutto a spostare nella nuova grande area industriale a 58 km dalla capitale tutte le concerie originariamente localizzate nel centro storico del Cairo, insediandovi anche nuove attività di filiera legate ai diversi utilizzi degli scarti di lavorazione.

L’iniziativa ha richiesto un investimento complessivo di 200 milioni di dollari, stanziati per il 58% dal governo egiziano e per il 42% da soci privati, tra cui Ilsa PCA Egypt. «Ci sono le condizioni per trasformate Robbiki in un polo conciario di eccellenza, con le migliori tecnologie per la lavorazione della pelle e attività connesse», osserva Girelli. «Infatti stanno sorgendo non solo grandissime concerie moderne, ma anche un impianto all’avanguardia per la produzione di gelatine a uso alimentare e farmaceutico, un impianto di prodotti chimici, un impianto di depurazione acqua

utilizzabile in agricoltura, e appunto l’impianto llsa PCA Egypt di idrolisi termobarica per la produzione di fertilizzanti organo-minerali».

L’Egitto è uno dei paesi chiave nella strategia di internazionalizzazione di Ilsa. Oltre a Robbiki, nel 2020 Ilsa ha infatti avviato nel Paese anche un impianto di fertilizzanti liquidi con una capacità produttiva di 4mila tonnellate l’anno, dove ha investito altri 4 milioni di dollari. L’investimento egiziano fa parte del più ampio programma GAP - Global Amino Acids production, lanciato nel 2020, che vede l’azienda veneta impegnata a identificare cluster conciari nel mondo per costruirvi impianti di recupero di scarti di pelli, altrimenti destinati alle discariche. Ilsa li valorizza in ottica circolare, producendo fertilizzanti organici ad alta efficienza agronomica, la maggiore parte dei quali ammessi anche in regime di coltivazione biologica.

Altri paesi in cui sono in realizzazione o in programma nuovi insediamenti produttivi sono il Brasile (presenza storica, avviato recentemente un secondo stabilimento e un terzo sarà completato entro la fine del 2023 nello Stato di San Paolo), il Portogallo, il Messico, il Vietnam e il Bangladesh. Una logica di sviluppo internazionale in cui l’obiettivo è «incrementare la capacità produttiva annuale del Gruppo di 50mila tonnellate l’anno, pari a 15/20 milioni di euro di crescita di fatturato».

L’azienda di Arzignano fa parte di BCI Group, il maggior gruppo italiano nel settore dei biostimolanti e prodotti speciali per l’agricoltura, con fatturato previsto quest’anno di 140 milioni di euro, ebitda in crescita sopra i 30 milioni e patrimonio netto di circa 190 milioni. Ilsa nello specifico ha chiuso il 2021 con un fatturato di oltre 30 milioni di euro (+16% sul 2020 ed Ebitda a 4,7 milioni, 25% export e 50% vendite industriali).

«Nel 2022 ci aspettiamo fatturato in aumento del 25% e mantenimento della redditività con Ebitda al 18% – dichiara Girelli – nonostante i pesanti costi energetici quadruplicati nel giro di un semestre, visto il rilevante utilizzo di gas per produrre l’energia termica che ci serve. A cui si aggiungono i 20 milioni di fatturato previsti di Ilsa Brasil, di cui deteniamo il 50% delle quote, che è in forte crescita perché i mercati brasiliano e sudamericano in generale assorbono tutta la produzione e la domanda di fertilizzanti Ilsa è in continuo aumento»

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