Dai soci Fincantieri sì all’aumento: «Compriamo Wass e creiamo un polo»

Via libera dall'assemblea di Fincantieri a Trieste alla delega al cda per un aumento di capitale fino a un massimo di 500 milioni di euro (400 milioni più ulteriori 100 in warrant gratuiti). L’operazione, in via scindibile e a pagamento, prevede l'esercizio per un periodo massimo di cinque anni. L’aumento servirà a comprare l'ex Wass da Leonardo, azienda “gioiello” con 450 dipendenti leader nella produzione dei siluri e sonar nei due stabilimenti di Livorno e Pozzuoli (Napoli).
La delega per l'aumento, si legge in una nota, sarà accompagnata da un raggruppamento delle azioni ordinarie nel rapporto di 1 nuova azione ogni 10 esistenti. Cdp Equity, socio di controllo di Fincantieri, si è impegnato a sottoscrivere l'aumento per complessivi massimi 287 milioni. Il closing dell'acquisizione di Wass è stimato per l'inizio del 2025.
Il progetto industriale del Ceo Pierroberto Folgiero è di creare un polo nazionale della subacquea. Secondo i dati resi noti in assemblea, la linea di business delle attività di Whitehead Alenia Sistemi Subacquei ha generato quest’anno ricavi per circa 160 milioni e un Ebitda (il margine operativo lordo) di 34 milioni.
Folgiero ha sottolineato che gli asset sono «perfettamente complementari» alla strategia nel dominio subacqueo di Fincantieri con i sottomarini e i droni. In assemblea è stato fornito qualche numero sull’entità di un mercato valutato in 400 miliardi (94 nel settore difesa e 250 nell’energy offshore): «Il Mediterraneo è sempre più a rischio sicurezza in particolare per le infrastutture critiche sottomarine in conseguenza della vertiginosa crescita dell’eolico offshore e dei flussi di petrolio e gas. In questo scenario l’obiettivo è quello di rafforzare la ricerca e l’innnovazione», ha detto in assemblea Folgiero. Fincantieri d’altra parte ha in questo settore una lunga tradizione avendo prodotto dall’inizio della sua storia industriale 180 sottomarini.
Una strategia che si realizza in asse con Leonardo con cui «c’è un rapporto molto buono a livello manageriale che dal punto di vista industriale è vincente anche per il sistema Paese», ha detto più volte Folgiero.
Il gruppo triestino ha siglato negli ultimi mesi una serie di accordi: il primo con la stessa Leonardo nei sistemi di protezione delle infrastrutture critiche sottomarine e il secondo con Cabi Cattaneo che realizza mezzi subacquei per la Marina. Infine ha comprato Remazel Engineering nell’offshore e siglato un memorandum con Saipem per costruire droni che operano sui fondali.
«Stiamo accelerando - ha detto Folgiero - il nostro percorso di rafforzamento agendo come motore di aggregazione nell’underwater in ambito sia civile sia militare». Si punta alla subacquea di piccole dimensioni che guarda ai mercati del Sud Est asiatico, Mar Nero e Medio Oriente. Fra le varie iniziative già partite l’istituzione del Polo nazionale della dimensione subacquea con il primo lotto di finanziamenti già stanziati e al quale partecipa anche Leonardo. In Medio Oriente, a febbraio l’azienda ha annunciato una nuova partnership con Edge Group, il campione nazionale degli Emirati Arabi Uniti.
Intanto secondo la stampa tedesca Fincantieri potrebbe puntare ad acquisir e la tedesca Thyssen-Krupp Marine Systems (Tkms) - ramo del colosso dell'acciaio - valutata intorno a 1,5 miliardi di euro, debito incluso, e con un portafoglio di 12,6 miliardi. Ramo che a Essen da tempo intenderebbero dismettere. Il gruppo italiano sarebbe allettato dalla produzione di sottomarini della Tkms, che potrebbe sviluppare un valore di 20 miliardi di euro. Dalla sua avrebbe anche una collaudata collaborazione italo-tedesca. —
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