Dainese torna a correre in Europa e Usa. In arrivo l’impianto per riciclare i caschi
«Useremo una nuova tecnologia biologica derivata dagli agrumi per recuperare i materiali»
Dainese, storico marchio italiano di abbigliamento tecnico per moto, accelera nel percorso di ripresa economica dopo il periodo di riassestamento seguito alla pandemia. L’azienda, oggi controllata dal fondo di private equity Carlyle, continua a espandersi sul mercato globale, registrando una crescita single-digit in Europa e un balzo a doppia cifra negli Stati Uniti, a fronte di alcune difficoltà sul mercato cinese. Nel frattempo, il gruppo vicentino ha lanciato un progetto di economia circolare, per riciclare i caschi a fine vita. Il CEO di Dainese, Angel Sanchez, riflette sul momento attuale.
Mercati e Performance
«Dopo il Covid abbiamo avuto un periodo di riassestamento: la crescita non è ai livelli degli anni post-pandemia, ma ci stiamo riprendendo». La performance varia da un mercato all’altro: «In Europa vediamo una crescita single-digit, mentre negli Stati Uniti registriamo un incremento a doppia cifra, che pensiamo di confermare nel 2025. In Cina, invece, affrontiamo difficoltà legate alla crisi economica del Paese, che ha frenato sia l'import che il mercato delle moto».
Il 2023 si è chiuso con un fatturato di 252 milioni di euro, e le previsioni indicano una espansione, «Anche se probabilmente non riusciremo a chiudere ai livelli dell’anno scorso, ma leggermente sotto» spiega Sanchez. Tra i prodotti di punta, i caschi, grazie a un incremento legato all’aumento della domanda di sicurezza, specie nelle aree dove sono stati introdotti obblighi recenti, come in Cina.
Innovazione e Sostenibilità
Alla recente fiera EICMA, inoltre, Dainese ha presentato diverse novità, tra cui il casco Kappa 7 Touring dal design sportivo e il nuovo airbag Smart Air, un dispositivo ultraleggero e semplice da usare, già testato da atleti professionisti. Ma è sul fronte della sostenibilità che l’azienda vuole fare la differenza, lanciando un progetto di economia circolare che promette di cambiare le carte in tavola nel settore motociclistico.
Progetto di Economia Circolare
Grazie a una tecnologia sviluppata in collaborazione con l’Università di Bologna, l’azienda punta a recuperare materiali dai caschi usati, trasformando un rifiuto problematico in una nuova risorsa. Massimo Varese, Direttore Ricerca e Sviluppo, non nasconde l’entusiasmo: «Questa innovazione nasce da un brevetto dell’Alma Mater. Abbiamo avviato un impianto pilota e, grazie al finanziamento europeo che copre il 60% dei costi, ci prepariamo a portare il progetto su scala industriale». La tecnologia è un processo biologico che utilizza un solvente derivato da agrumi, fornito dalla siciliana Misitano e Stracuzzi.
«Attualmente, lavoriamo con Re-sport, che ha progettato un impianto capace di processare fino a 5.000 caschi, utilizzando il solvente biologico limonene e con Innovando, PMI innovativa specializzata in logistica inversa», aggiunge Varese.
Plastica e Obiettivi
«In Europa, buttiamo via 450 milioni di tonnellate di plastica ogni anno, 6 mila tonnellate arrivano dai caschi. Fino a poco tempo fa, non era possibile riciclare i caschi, poiché contengono materiali complessi come calotte termoplastiche e visiere in policarbonato. E così finivano nell'indifferenziata».
Il nuovo processo permette di recuperare materiali come ABS, polistirolo e policarbonato. «Se non riusciamo a mantenere le stesse performance di sicurezza, utilizzeremo questi materiali per componenti secondari, come prese d’aria o spoiler», precisa Varese. Il progetto punta a ridurre del 60% le emissioni di CO2, del 60% il consumo energetico e del 50% il consumo di acqua.
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