Dal Friuli agli Usa per contribuire con nuovi farmaci alla lotta al cancro

Dall’università di Trieste e dalla Sissa al Mit di Boston passando per la Nasa di Mountain View (California), diventando poco più che quarantenne uno scienziato e imprenditore di fama internazionale ed investitore in Friuli Venezia Giulia con la Dmat, un’azienda che ha scoperto dagli antichi romani nei laboratori del Massachusetts institute of technology, il “segreto” per ottimizzare la lavorazione delle gettate di cemento. Non è la trama di un romanzo di Ken Follet, ma l’avventura umana-scientifico-imprenditoriale di uno scienziato del calibro di Riccardo Sabatini che recentemente ha annunciato un accordo fra Orionis biosciences, di cui lo studioso è Chief data scientist (Cds), e il gigante Genentech che include un “anticipo” di circa 47 milioni di dollari per sviluppare una nuova generazioni di farmaci per malattie che includono oncologia e problemi neurodegenerativi.
Genentech Inc. è una società specializzata in attività biotecnologiche fondata nel 1976 dal capitalista Robert Swanson e dal biochimico Herbert Boyer, segnando un passo importante per l’evoluzione del settore della biotecnologia e nel campo della tecnologia del Dna ricombinante.
Ma facciamo un passo indietro. Riccardo Sabatini, classe 1981, è uno scienziato e imprenditore di fama mondiale specializzato nella modellistica numerica di sistemi complessi, che vanno dalla scienza dei materiali, ai mercati finanziari, alla genomica computazionale fino alla progettazione di farmaci. Ha lavorato con il guru californiano della genetica, il biologo Craig Venter e si è occupato di ricerca presso i laboratori di Human longevity, nella Silicon Valley, coordinando un team di studiosi che analizzano dati sul genoma. Celebre è il suo discorso al Ted di Vancouver (ciclo di conferenze internazionali) in cui ha mostrato la ricostruzione del suo stesso volto fatta da un computer sulla base dell’analisi del Dna. Tra le altre cose, è stato direttore di Food cast, membro fondatore di Aiida e della Quantum espresso foundation. E’ stato co-fondatore del centro Refugees action hub del Mit (React), chairman del G7 per l’intelligenza artificiale, consigliere di amministrazione della Fondazione Eni Enrico Mattei e membro dell’advisory board di Eni Next, fondo di investimento di Eni basato a Boston. E’ autore di articoli su riviste scientifiche di alto livello, consulente di aziende Fortune 500 e ha registrato numerosi brevetti.
Ha lasciato la Human longevity nel 2015 per un’altra avventura, Orionis biosciences. L’obiettivo della nuova azienda è quello di creare farmaci in grado di attivarsi in maniera selettiva per combattere malattie ad oggi senza cura. Di se stesso racconta: «Ad un certo punto la biologia è stata digitalizzata e io, da fisico teorico con esperienza in numeri ed equazioni, ho potuto iniziare a lavorare in questo settore. La battaglia contro il cancro è iniziata millenni fa». Il team di Orionis biosciences sta sperimentando una nuova strategia: attivare il sistema immunitario che, come con virus e batteri, può essere una potente arma contro il cancro. Una sfida scientifica molto profonda e una visione completamente diversa.
Uno dei focus del team di Orionis, che ha sede negli Stati Uniti e in Europa, è infatti capire come riattivare il sistema immunitario, l’armamento di difesa naturale del corpo umano, affinché sia lui a prendersi cura del tumore. Gli studi clinici, possibili grazie ai “capitali di ventura” raccolti dalla compagnia, mirano a dimostrare l’efficacia di questo approccio.
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