Dal Nord Est al mondo, gli imbottiti di Saba ora conquistano Parigi
L’azienda del padovano ha di recente aperto un nuovo flaghip store in boulevard Saint-Germain nella villa Lumiere. Nel 2022 è entrata in Dexelance, gruppo di cui fa parte anche la friulana Gervasoni. Ha chiuso il 2024 in lieve flessione, a 21 milioni, i primi mesi del 2025 sono andati oltre le previsioni

È lungo il lussuoso boulevard Saint-Germain, nel cuore pulsante della Rive Gauche a Parigi, che Saba Italia ha inaugurato il suo secondo store monomarca nel mondo, dopo quello milanese di viale Piave. Non si tratta di una semplice apertura, ma di un segno tangibile della crescente internazionalizzazione dell'azienda veneta produttrice di imbottiti.
«Parigi rappresenta per noi un passaggio importante, un posizionamento strategico che ci consente di raccontare la nostra visione del design in un contesto di grande risonanza culturale» afferma Paola Molon, amministratore delegato di Saba Italia.
«Abbiamo creduto in questa sfida – continua la manager – consapevoli della complessità del mercato, ma certi che Saba possa parlare un linguaggio universale fatto di forme morbide, colori vibranti e durata nel tempo».
Fondata nel 1987 a San Martino di Lupari, in provincia di Padova, l’azienda è guidata con determinazione da due donne: l’amministratore delegato Molon e Amelia Pegorin, fondatrice, presidente e direttrice creativa di Saba.

La sensibilità estetica di Pegorin, unita a un approccio “umanistico” alla gestione aziendale, ha fatto dell’impresa un esempio di coerenza stilistica e visione imprenditoriale. Un connubio vincente che ha permesso a Saba di emergere nel competitivo settore dell’arredamento di design.
Il marchio è noto in particolare per la produzione di imbottiti ed è stato tra i primi, ormai oltre 20 anni fa, a introdurre nei salotti i divani modulari, aprendo così le porte a una libertà compositiva degli spazi dell’abitare che oggi è la norma, ma che all’epoca era del tutto inedita. Determinante, in questo senso, la liaison con il designer Sergio Bicego, storico collaboratore di Saba, autore di alcuni divani tra i più apprezzati e longevi del marchio.
Nel 2018, la società padovana è entrata a far parte di Dexelance, gruppo specializzato in arredamento e illuminazione di alta gamma, che riunisce 11 società, tre delle quali con sede a Nord Est. Oltre a Saba, fanno parte del polo anche la friulana Gervasoni e la veneta Axolight.
Dexelance ha chiuso il 2024 con un fatturato in crescita, a 324,1 milioni (+4,3% a perimetro costante). Un giro d’affari al quale Saba ha contribuito con ricavi pari a 21,3 milioni, di cui il 40% realizzati in Italia, la parte restante all’estero, con Francia, Nord America e Israele che sono stati i primi tre mercati per importanza nel 2024. Il brand è distribuito in 50 Paesi da oltre 800 rivenditori.

Nonostante una leggera flessione dell’anno scorso rispetto ai 22,3 milioni del 2023, dovuta principalmente alla contrazione della domanda in Francia e a una riorganizzazione sul mercato tedesco, l’ad Molon sottolinea con soddisfazione come «il primo trimestre del 2025 ha superato le previsioni» e come al Salone del Mobile di Milano, la più grande e importante vetrina del settore a livello internazionale, «abbiamo ricevuto feedback molto positivi, anche dai buyer americani (a dispetto delle preoccupazioni legate ai dazi trumpiani)».
Proprio al Salone, Saba ha presentato la nuova collezione firmata da Federico Peri, con la poltrona Anam, ispirata al termine sanscrito che significa “senza nome, senza tempo”, affiancata da tavoli, librerie e console.
«Abbiamo anche lanciato il nuovo divano Land, che ha riscontrato subito un grande successo, e rivisitato uno dei nostri modelli storici insieme a Sergio Bicego» spiega Molon che aggiunge: «Per noi è fondamentale mantenere una connessione con i prodotti del passato, soprattutto quando sono ancora attuali, e basta un restyling per rinnovarli».
Punto cardine, quest'ultimo, della filosofia aziendale in materia di sostenibilità, che si concretizza nell’utilizzo di materiali di qualità e nella durata dei prodotti. «Tutti i nostri imbottiti sono sfoderabili, il che permette di allungarne la vita». L’esatto opposto dell’obsolescenza programmata, largamente diffusa in particolare nei prodotti tecnologici. Conclude l’Ad: «Stiamo inoltre investendo in un impianto fotovoltaico, che ci renderà autonomi dal punto di vista energetico, e in un nuovo macchinario da taglio che ci consentirà di ridurre significativamente i consumi».
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