Dalla cig di Pittini allo stop per lo stabilimento di Grafica Veneta, viaggio nel Nordest che ha fame di energia
Blocco degli investimenti, cassa integrazione, ritocco verso l’alto dei listini per non essere costretti a rinunciare a commesse diversamente in perdita. A Nordest il caro energia adesso rischia di mettere in seria difficoltà l’industria

PADOVA. Blocco degli investimenti, cassa integrazione, ritocco verso l’alto dei listini per non essere costretti a rinunciare a commesse diversamente in perdita. A Nordest in caro energia adesso rischia di mettere in seria difficoltà l’industria.
A Osoppo, quartier generale del Gruppo Pittini è stata chiesta la cassa integrazione a partire da lunedì 29 agosto. L'ammortizzatore sociale scatterà per tutti i 751 dipendenti del gruppo che lavorano negli stabilimenti friulani, per le prossime 5 settimane.
Nella comunicazione inviata l’azienda ha spiegato che pesano fortemente le incertezze generate dalle attuali tensioni geopolitiche, i problemi legati alle supply chain (catene di fornitura), nonchè le importanti pressioni inflazionistiche. Tale quadro, aggravato dalle ulteriori impennate dei prezzi dei fattori energetici, impatta negativamente e significativamente sulla domanda di prodotto finito nelle filiere chiave dei mercati di riferimento serviti dal comprensorio produttivo di Osoppo. La decisione per ora riguarda lo stabilimento di Osoppo, quartier generale del Gruppo Pittini. Il timore, tuttavia, è che possa coinvolgere anche le altre sedi dell'azienda, comprese quindi le Acciaierie di Verona.
Ma quella del big dell’acciaio friulano non è l’unica situazione. Electrolux ha messo sotto revisione gli investimenti in Italia, con un osservato speciale che è Porcia a causa anche della forte contrazione della domanda di elettrodomestici in Europa.
Pro-Gest, un fatturato annuo di 950 milioni di euro, 1.400 dipendenti sparsi in 28 stabilimenti, tra cui sette cartiere, due delle quali in Veneto con 500 lavoratori, per colpa del caro energia sarò costretta a rivedere i listini per poter cosnegnare gli ordini in portafoglio. «Avevamo in ballo delle commesse importanti e volenti o nolenti per tutto luglio abbiamo lavorato per onorare gli impegni. Ma appena ci è stato possibile, con i primi di agosto, abbiamo fermato gli stabilimenti. Siamo entrati in manutenzione, e abbiamo lavorato a quelle attività a ranghi ridotti fino ad oggi». Ha spiegato Bruno Zago, presidente di Pro-Gest.
Grafica Veneta, il celebre stampatore padovano di Harry Potter, ha visto lievitare i costi dell’energia in un anno da 1,2 a 14 milioni di euro. Una bolletta che ha costretto il presidente Fabio Franceschi a congelare il progetto di raddoppiare lo stabilimento, che prevedeva un investimento compreso tra i 120 e i 140 milioni di euro, con 400 nuove assunzioni. “Fortunatamente abbiamo 100mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici sul tetto dello stabilimento di Trebaseleghe, altrimenti saremmo andati incontro a cifre folli. – ha detto Franceschi a Il Fatto Quotidiano – Ma l’impianto fotovoltaico non basta: col solare copro 1350 ore di produzione, a fronte di una esigenza complessiva di circa 7600 ore”. Grafica Veneta può compensare con l’unità produttiva che ha negli Usa, nel 2021 ha, infatti, acquisito la quota di maggioranza di Lake Book Manufacturing, leader nel mercato americano. “Laggiù il costo del gas e dell’elettricità pesa circa l’1 per cento sul totale del fatturato che quest’anno sarà intorno ai 120 milioni, mentre in Italia l’energia pesa per il 10 per cento su un fatturato di 120 milioni di euro”.
Alessandro Banzato, patron di Acciaierie Venete spiega: “Noi abbiamo una gamma di produzione piuttosto varia e possiamo contare su un portafoglio ordini solido. Altrimenti, le dico la verità, molto probabilmente non saremmo affatto ripartiti sabato scorso. E tuttavia l’impennata dei prezzi di luglio ci mette in grave difficoltà: i nostri costi stanno aumentando in maniera sempre più significativa e stiamo lavorando proprio in questi giorni per preparare le quotazioni per i nostri clienti. I prezzi dovranno essere rivisti al rialzo anche se abbiamo qualche dubbio che il mercato sarebbe in grado di riassorbire da solo l’urto dell’aumento dei costi dell’energia.
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