Dall’Alto Adige arriva una testina di stampa unica al mondo: così si modella il calcestruzzo in 3D

BOLZANO - Una storia iniziata dieci anni in un freddo capannone della Val Sarentino, poco sopra Bolzano. Dieci anni di ricerche, prove, sperimentazioni, fallimenti e intuizioni. Un processo naturale per arrivare a scoprire e sviluppare nuovi prodotti e invenzioni.
Protagonista di questa storia è l’imprenditore altoatesino Kurt Wohlgemuth che è riuscito, all’inizio del 2021, ad ottenere il brevetto per la prima testina di stampa 3D inkjet per il calcestruzzo con processo “Selective Paste Intrusion”.
Una tecnologia unica, che non esiste da nessun’altra parte nel mondo, e che permette di modellare uno dei materiali più complicati ed utilizzati di sempre, il calcestruzzo appunto. E non c’è da stupirsi che sia stato proprio Wohlgemuth a realizzarlo: nato come fabbro, cresce con una mente innovativa e imprenditoriale che lo porta prima a lavorare per una società di ingegneria meccanica in Germania e poi ad aprire la sua azienda, la Metall Concept, con la quale inizia a produrre scale metalliche decorative.
Un continuo reinventarsi dovuto in primis alla necessità di sopravvivenza: “Ho scoperto a mie spese che come artigiano in Val Sarentino bisogna sempre farsi venire in mente qualcosa per tirare avanti”, spiega Wohlgemuth.
Nel giro di breve tempo fa la conoscenza di un alleato prezioso e strategico, il NOI Techpark (ex TIS), il polo dell’innovazione dell’Alto Adige, che decide di accompagnarlo verso la realizzazione delle sue idee. Prende così vita una fruttuosa collaborazione che si traduce in progetti di ricerca e sviluppo in cui Wohlgemuth mette a punto sistemi di casseforme e processi di stampa innovativi, collaborando anche con partner industriali.
L’imprenditore decide quindi prima di realizzare una scala completamente digitale, dalla progettazione alla produzione, e poi creare una testina per la stampante 3D per il cemento Sorel, creata in collaborazione con Progress S.p.A., azienda specializzata con sede a Bressanone.
L’inghippo sta però nel fatto che questo materiale offriva molte meno possibilità di applicazione rispetto al calcestruzzo, ed è così che dopo continue ricerche Wohlgemuth riesce, all’inizio di quest’anno, a brevettare la prima testina di stampa 3D a getto di calcestruzzo al mondo.

Come funziona la tecnologia È lo stesso Kurth Wohlgemuth a spiegare come funziona la nuova tecnologia: “Il cemento Portland liquido viene iniettato su un letto di sabbia a grana grossa tramite un processo di stampa con la testina di stampa di nuova concezione. Così è possibile creare oggetti tridimensionali di qualsiasi forma che, contrariamente ai processi convenzionali, necessitano solamente di un modello digitale per la stampa”.
Se con il cosiddetto ‘contour crafting’ non è possibile creare forme sporgenti e sono necessarie strutture di supporto elaborate, con questa nuova testina di stampa, paragonabile alle siringhe per dolci, è possibile stampare liberamente qualsiasi forma e oggetto tridimensionali. “Il nome di questa tecnologia è Selective Paste Intrusion (SPI), e consente di ridurre il consumo di CO2 nella produzione di componenti in calcestruzzo”, spiega l’inventore.
Una rete vincente La storia di questa innovativa testina di stampa e quella personale del signor Wohlgemuth ci insegnano quanto sia importante essere perseveranti nel portare avanti le proprie idee, e che queste possono tramutarsi in case history di successo soprattutto quando attorno si costruisce una rete forte di attori che mettono in campo il proprio know-how.
“Non basta una buona idea geniale: serve anche tanta costanza, coraggio e, soprattutto, una buona rete di partner”, sottolinea Johannes Brunner, responsabile di Tech Transfer Automotive & Automation di NOI Techpark che ha affiancato fin dall’inizio l’imprenditore.
Ad esempio, il dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell’Università di Trento ha indirizzato l’imprenditore verso l’utilizzo del cemento Solar, mentre l’Università Tecnica di Monaco ha fornito consulenze per lo sviluppo della tecnologia SPI. Nel mezzo tante altre aziende, locali e non, che hanno deciso di credere nel progetto e fornire supporti tecnologici e finanziamenti.
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