Dall’Honduras ecco i produttori del caffè Illy più sostenibile
/ TRIESTE Arriva dall’Honduras il caffè più sostenibile e al contempo più buono del 2020. A crearlo è la cooperativa Cocabel, che ieri si è aggiudicata la quinta edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award. Il produttore centroamericano ha eccezionalmente vinto entrambi i premi in palio, come sempre conferiti rispettivamente da una giuria di esperti (“Best of the best”) e dai consumatori (“Coffee lover’s choice”). Il piccolo municipio honduregno di Belén si trova nel dipartimento di Lempira, nella zona sudoccidentale del Paese, nel cuore dell’America centrale.
Là Cocabel conta su un centinaio di soci, che consegnano alla cooperativa le ciliegie delle piante di caffè da loro coltivate. I frutti vengono dunque spolpati, lavati e lasciati asciugare al sole, per poterne in seguito estrarre il prezioso contenuto. Ciò avviene grazie anche alla collaborazione di Bicafe, società che gestisce un magazzino e un “dry mill” nella zona di Santa Rosa de Copán, specializzata nella selezione di lotti di caffè di alta qualità. Il riconoscimento di ieri ha visto Cocabel primeggiare tra realtà economiche che il laboratorio qualità di Illycaffè aveva precedentemente selezionato tra Brasile, Colombia, Costa Rica, Etiopia, Guatemala, India, Nicaragua e Ruanda, oltre che Honduras. Requisito fondamentale era appunto quello della sostenibilità della filiera agricola.
Una giuria indipendente di esperti internazionali (tra cui specialisti dell’industria del caffè, chef e critici enogastronomici) ha infine scelto il vincitore attraverso un “blind tasting”, tenendo conto di complessità aromatica, intensità, eleganza ed equilibrio dei sapori. «Grazie al loro straordinario lavoro – afferma Andrea Illy, presidente di Illycaffè – le donne e gli uomini di Cocabel hanno raccolto attorno a sé molti piccoli produttori, uniti dalla consapevolezza che la qualità sostenibile inizia dalla pianta. Attraverso questo Award vogliamo evidenziare come nella cura che i coltivatori mettono nella loro piantagione prende il via quel circolo virtuoso e valoriale che termina nella tazzina di caffè».
La sostenibilità è d’altronde nella filosofia di Illycaffè sin dalla sua nascita, tanto che non più tardi di marzo l’azienda si è trasformata in una società benefit, ufficializzando il proprio impegno a favore dell’ambiente come obiettivo perseguito per statuto. «Un modo di adeguare la nostra forma a quella che già era la nostra sostanza», prosegue Andrea Illy, che è inoltre notoriamente in prima linea nel programma “Regeneration 2030” assieme all’economista di fama mondiale Jeffrey Sachs.«Illycaffè diventerà completamente carbon-free entro il 2033, centesimo anniversario della sua fondazione – continua il chairman dell’azienda –. Ho trascorso io stesso un intero anno a studiare un modello di agricoltura virtuosa: la bella notizia è che si può fare molto. L’agricoltura rigenerativa può arricchire i suoli con materia organica in grado di sequestrare l’anidride carbonica dall’aria, con effetti positivi sulla salute dei terreni, delle piante e degli esseri umani».
Allo scopo Illycaffè sta «sviluppando due piantagioni sperimentali, in Guatemala e in Etiopia. L’agricoltura sarà una parte fondamentale di un programma di ricerca scientifica che investirà i prossimi decenni». —
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