Danieli al forum di Vladivostok sul Far East siberiano. Possibili collaborazioni con il gigante dell’energia Rosneft
Intervista al presidente di Danieli Russia, Antonello Colussi. «La logistica ha avuto uno spazio molto importante nel Forum con la firma dell’accordo tra Rosatom e il ministero per lo Sviluppo delle Infrastrutture per la creazione delle rotte artiche»

VLADIVOSTOK. Riprende quota l’interscambio commerciale tra Italia e Russia. I dati Istat mostrano nei primi sei mesi del 2021 esportazioni a 3,6 miliardi di euro (+13,3% sul 2020) e importazioni in crescita del 35,7% (3,9 miliardi), complice il rialzo dei prezzi di materie prime e derivati che rappresentano la voce più cospicua dell’export russo in Italia.
E secondo il Rapporto Export 2021 di Sace, che inserisce la Russia tra i mercati “medaglia d’oro” nella classifica delle destinazioni dell’export italiano nel 2021, i settori trainanti grazie alla ripresa degli investimenti di Mosca saranno la meccanica strumentale (+18,7%) e i prodotti in metallo (+21,9%) e di chimica di base (+13,4%).
In particolare metallurgia e infrastrutture sono terreno di opportunità per le imprese italiane anche nella Siberia più orientale, ricchissima di materie prime.

L’Eastern Economic Forum di Vladivostok
Il Far East siberiano è l’oggetto dell’Eastern Economic Forum, alla cui recente edizione 2021 di Vladivostok (2-4 settembre) ha partecipato il Gruppo Danieli rappresentato dal presidente di Danieli Russia, Antonello Colussi, che ha discusso la possibilità di nuove collaborazioni per la creazione di un nuovo impianto metallurgico e altri progetti con il gigante dell’energia Rosneft, vari partner industriali e istituzioni locali russe.
Rilevante la presenza italiana al Forum: nella delegazione anche Banca Intesa con il presidente Antonio Fallico e il direttore generale di Banca Intesa Giappone, Rosario Pedicini, gli ambasciatori italiani nella Federazione Russa e in Giappone, Pasquale Terracciano e Giorgio Starace (che sarà il prossimo ambasciatore a Mosca), l’associazione delle imprese italiane GIM Unimpresa con il presidente Vittorio Torrembini, il gruppo italiano DKC con l’amministratore delegato Sandro Bergamo, l’associazione European Business con il presidente dei comitati energia e dei progetti green Ernesto Ferlenghi.
Metallurgia protagonista al prossimo evento CCIR Italia-Russia a Milano
Dopo il Forum di Vladivostok il tema del rafforzamento delle relazioni economiche tra Italia e Russia e degli strumenti per l’internazionalizzazione delle imprese sarà al centro del prossimo evento internazionale che l’Italia ospiterà sul tema delle relazioni economiche con la Russia.
Il convegno pubblico della Camera di Commercio Italo-Russia (CCIR) “Dall’export alle joint venture: la collaborazione tra aziende e regioni italiane e russe”, in programma per il 21 settembre all’Hotel Principe di Savoia di Milano, avrà tra i temi di rilievo proprio quello delle tecnologie industriali per la metallurgia (uno dei settori di punta dell’export italiano e triveneto in Russia), con la partecipazione tra gli altri del presidente degli industriali russi dell’acciaio Alexey Sentyurin e di aziende come Danieli, Tenova, Arvedi, Russtal ZTZ, Sideridraulic, Fonderie Zanardi. All’evento, che vedrà presenti le massime rappresentanze diplomatiche e molti esponenti dei sistemi camerali dei due Paesi, a fare gli onori di casa per l’Italia saranno il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il presidente della CCIR, Vincenzo Trani.
Prendendo spunto dal Forum di Vladivostok e in vista della conferenza CCIR di Milano, Antonello Colussi parla con NordestEconomia delle opportunità di business nel Far East siberiano per le imprese italiane.

Ingegnere Colussi, cos’è l’Eastern Economic Forum?
«Istituito dal governo federale russo nel 2015, ha lo scopo di favorire il dialogo tra operatori economici, enti governativi e diplomatici dei Paesi dell’Estremo Oriente e della Federazione Russa e di sostenere lo sviluppo economico della regione russa più orientale. Quest’area molto ricca di materie prime si trova al confine con Giappone, Cina e Corea, in un contesto internazionale che negli ultimi 30 anni ha visto il baricentro del PIL mondiale spostarsi progressivamente verso il Far East. Si tratta dunque di un territorio dalla particolare valenza strategica e geopolitica, dove la Russia si prepara ad esercitare un ruolo da protagonista».
La Federazione Russa sta implementando rilevanti investimenti nei trasporti e nella logistica. Cosa è emerso su questo tema al Forum di Vladivostok?
«La logistica ha avuto uno spazio molto importante nel Forum con la firma dell’accordo tra Rosatom e il Ministero per lo Sviluppo delle Infrastrutture per la creazione delle rotte artiche. Partendo da Vladivostok, le merci transiteranno dall’estremo oriente russo verso l’Europa attraverso la Grande Rotta del Nord tra Capo Deznez fino allo stretto di Kara. I nuovi vettori, che saranno realizzati nei cantieri di Zvezda, porteranno profondi cambiamenti nei trasporti marittimi tra l’Asia e il Vecchio Continente, modificando gli equilibri delle attuali rotte intercontinentali, settore in cui la Federazione Russa giocherà un ruolo di primo livello».
Che ruolo può avere l’Italia nello sviluppo economico del Far East russo?
«Ci sono tutte le condizioni affinché l’Italia possa esercitare la sua influenza in quest’area. Nel contesto specifico del Forum di Vladivostok, la piattaforma di dialogo tra Italia e Russia creata dal prof. Antonio Fallico (Presidente di Banca Intesa e fondatore della Associazione Conoscere Eurasia) assieme a Roscongress è l’unica in Europa a svolgere anche iniziative specifiche per lo sviluppo del Far East Russo. L’Italia è infatti oggi l’unico Paese europeo presente in forma così ben organizzata a questo evento assieme a Cina, Mongolia, Giappone, India, Corea e alle associazioni European Business ed ASEAN Business».

Esempi di collaborazioni?
«Alcune grandi realtà russe, come Rosneft, hanno aderito attivamente al dialogo Italia-Russia, indicando le aziende italiane come interessanti partner per i progetti del complesso metallurgico di Primorskiy Krai, da realizzarsi nel golfo dell’Ussuri, e di Vostk Oil, importante investimento nel nord della Russia, per un valore di oltre 120 miliardi di dollari. E la GIM Uninpresa, associazione a supporto delle aziende italiane in Russia, è molto attiva e ha molta esperienza nella promozione e nel sostegno delle aziende in queste aree. Sono due ottimi esempi di collaborazione tra le differenti associazioni, che contribuiscono a rendere positive la relazioni tra Italia e Russia».
E per il Gruppo Danieli quali opportunità sono state discusse durante il Forum?
«Lo sviluppo industriale dell’estremo oriente russo non può prescindere dallo sviluppo metallurgico e minerario. Di conseguenza il Gruppo Danieli con la propria organizzazione in Russia è presente con una visione strategica del business anche in questo territorio. In particolare abbiamo discusso delle possibilità di collaborazione sia con Rosneft per la creazione del nuovo impianto metallurgico sia con alcuni gruppi già nostri partners, presenti all’evento con i loro principali azionisti interessati a nuovi investimenti nel territorio. Inoltre abbiamo avviato un confronto con le amministrazioni regionali russe, per future collaborazioni nell’ambito di finanziamenti, investimenti in centri servizi locali, programmi di educazione universitari e post laurea specializzati nei settori automazione e metallurgia».
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