Danieli, Brovedani, Lima e Beantech insieme per la “fabbrica evoluta”
Un piano da 14 milioni per l’intelligenza artificiale nella produzione che attende da 3 anni il finanziamento del Mise
UDINE. Un progetto che ha un’ambizione: creare un “effetto mulinello”. Che cos’è? Senza scomodare la fluidodinamica potremmo definirlo come un meccanismo che, una volta avviato, genera diversi effetti: «creare un bacino di competenze al servizio delle aziende del territorio, attrarre big player tecnologici internazionali, valorizzare le migliori tecnologie delle aziende locali, attrarre investitori da fuori regione».
E che cos’è che è in grado di far inceppare il meccanismo? La burocrazia.
Esiste un progetto, che fortunatamente va comunque avanti, da 14 milioni di euro, per metà finanziato dalle imprese, che da tre anni attende invano il via libera dal ministero dello Sviluppo economico. Qual è questo progetto? Si tratta di una piattaforma di AI, intelligenza artificiale, e quindi in grado di apprendere, da mettere a servizio della manifattura «che è - ricorda Fabiano Benedetti, ceo di Beantech - e resta il motore economico di questa regione. Ma deve essere una manifattura evoluta, se vuole competere sul mercato globale. Direi che alla base di questa iniziativa c’è la volontà di fare, del Fvg, una “Advanced Manufacturing Valley”, in cui intelligenza artificiale, digitale, innovazione collaborano per nuove modalità di costruzione degli impianti e nuove modalità di produzione».
Protagonisti Beantech, Brovedani, Lima corporate e Danieli Automation, che hanno costituito una rete d’impresa con l’obiettivo «di rispondere alla proposta di finanziamento di progetti sfidanti per il territorio - spiega Marco Ometto di Digi&Met - previsti dalla legge Calenda del 2018».
La Regione Fvg ci ha creduto, tanto da cofinanziare l’iniziativa, mentre al Mise il progetto si è arenato. Da qui l’incontro con la sottosegretaria Vannia Gava e l’europarlamentare Elena Lizzi, che hanno visitato Danieli Innovation e Beantech, con l’assessore Sergio Bini. «Il Fvg è tra le 73 regioni europee più innovative, ma si trova in un contesto italiano che rimane tra i peggiori del continente - ha introdotto Anna Mareschi Danieli in rappresentanza del gruppo di Buttrio e in qualità anche di presidente di Confindustria Udine - in questo contesto troppo spesso la digitalizzazione viene vista come semplice dematerializzazione dei processi produttivi e non come vera e propria strategia».
«Il Covid – è la considerazione di Antonello Mordeglia, presidente di Danieli Automation – ha anticipato una sensibilità green che sarebbe forse arrivata non prima del 2030. Il futuro dell’industria non è solo aumentare l’utilizzo delle risorse rinnovabili ma anche saper gestire l’energia nel migliore dei modi».
L’azienda ha realizzato un forno digitale, il Q-One, che consente di ottimizzare l’utilizzo dell’energia elettrica per la fusione, sia riducendo i consumi sia adattandolo alle fonti rinnovabili. La piattaforma di AI «può aiutarci nell’obiettivo definendo quando avviare una certa produzione che richiede elevati consumi di energia, in relazione alla capacità di generarla di un impianto che funziona con le rinnovabile, e non necessariamente con l’intervento dell’uomo», ancora Mordeglia.
La strategicità della piattaforma non si limita, peraltro, all’energia, ma può intervenire sempre nella pianificazione della produzione valutando la disponibilità, o meno, delle materie prime. Inoltre si presta a venire utilizzata da aziende con tipologie produttive diverse tra loro e che, proprio per questo, possono farla crescere e implementarla in modo indipendente, favorendo l’automazione e rendendo la manifattura sempre più sostenibile.
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