Danieli inaugura in Cina l’impianto dual use più innovativo al mondo
Ha in sè sia la colata che la laminazione ed è destinato alla produzione di nastri d’acciaio. Il primo prototipo venne installato in Abs, poi acquistata dal Gruppo, e segnò l’ingresso di Danieli nell’ingegnerizzazione, fabbricazione e installazione di macchine e impianti per prodotti piani, che oggi vale circa il 40% del fatturato
UDINE. Non solo ha raggiunto le performance contrattualmente previste, ma addirittura è andato oltre.
È il nuovo impianto composto da colata più laminatoio per la produzione di nastri d’acciaio che Danieli ha installato in Cina per la Shougang Jingtang Iron and Steel (ordine da circa 300 milioni di dollari e portato a termine con la partnership dei giapponesi di Tmeic per la fornitura della parte elettrica), appena andato a regime.
Si tratta di un direct rolling ed è unico al mondo perché consente di laminare in diretta in modalità continua per lunghezze di nastro fino a 150 km, semicontinua e coil to coil in relazione alla tipologia di prodotto, per ottenere la migliore qualità possibile.
Proprio questa modalità di produzione consente, oltre ai risparmi energetici, di ridurre le emissioni di CO2, presupposti indispensabili anche in Cina sempre più orientata al green steel, ovvero l’acciaio verde.
«Il successo di questo impianto, tecnologicamente unico - è la considerazione di Gianpietro Benedetti, presidente del Gruppo Danieli - ci consente di ambire alla leadership per l’ingegneria e la fabbricazione di impianti per i prodotti piani».
La storia di questo tipo di impianto parte da lontano ed è una tappa del percorso iniziato da Danieli nel 1985 «quando installammo in Abs il prototipo di una colata continua innovativa, che è il cuore di questo impianto, e che è denominata Thin Slab Caster». Il costo attualizzato di quel prototipo, che includeva anche una gabbia di laminazione e un riscaldo a induzione, sarebbe oggi di 15/20 milioni di euro.
Completata la fornitura e l’installazione e giunti al momento delle prove, l’ingegnere Guglielmo Maccaferri comunicò a Danieli la decisione di portare i libri di Abs in tribunale, dando così il via alla procedura fallimentare.
Quel che accadde in seguito è cosa nota. La Danieli decise di procedere all’acquisto di Abs, seppure per un cifra simbolica, e di andare avanti con le prove del nuovo impianto. Una decisione che - come raccontò lo stesso presidente Benedetti un mese fa a Cargnacco - per un certo periodo fu anche oggetto di rimpianti.
«Non avevamo contezza dei problemi e dei rischi di cui ci saremmo fatti carico per i 10 anni che seguirono, ma con la determinazione e la proattività che da sempre caratterizzano il nostro gruppo, abbiamo affrontato e risolto i problemi, abbiamo continuato ad investire in innovazione, e oggi Abs è una delle migliori acciaierie d’Europa. Per Danieli - ancora il presidente - Abs è stata l’occasione per intraprendere la via della progettazione di impianti per prodotti piani partendo da zero».
Un segmento, quello dell’ingegnerizzazione, della fabbricazione e installazioni di macchie e impianti per prodotti piani, che vale circa il 40% del fatturato del Gruppo. Quel da primo impianto in Abs, avviato e mandato a regime, che è stato elemento di attrazione per potenziali investitori di mezzo mondo, Danieli riuscì a incamerare ordini da Russia, Canada, Corea... iniziando un cammino di evoluzioni successive, innovazioni e ammodernamenti che hanno portato il Gruppo di Buttrio fino in Cina.
Alla cerimonia del Final Acceptance Certificate, svoltasi in parte in presenza e in parte a distanza, hanno partecipato i vertici del Gruppo Danieli, quelli del Gruppo Shougang e di Tmeic.
Riproduzione riservata © il Nord Est