Dazi e Prosecco, sospese le spedizioni verso gli Usa: i consorzi scrivono al ministro
Il rischio di raddoppio dei dazi sta facendo sospendere le spedizioni, con gravi ripercussioni sul mercato Usa e sull’export del Veneto. I consorzi chiedo al ministro Lollobrigida di adottare subito misure preventive

I consorzi del Prosecco mettono le mani avanti ora che l’ombra dei dazi americani sui vitigni Docg e Doc si sta facendo sempre più scura. Il timore che le bottiglie spedite prima del 2 aprile (la data in cui il presidente Trump prenderà una decisione al riguardo) a un certo prezzo, una volta arrivate in dogana vedano raddoppiato il loro valore, spinge i produttori ad essere più cauti nelle spedizioni oltreoceano.
Tanto è bastato per far scattare l’intervento dei consorzi del Prosecco, con una lettera inviata al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel pomeriggio di ieri.
Sos dogana
Una richiesta di prendere seriamente in considerazione la minaccia dazi e di predisporre strumenti per contrastare l’effetto della possibile tassazione.
Ad attirare l’attenzione di stakeholders ed esperti del settore, però, non è stata propriamente la lettera, bensì che la richiesta porti la firma di tutti e tre i presidenti dei consorzi, ovvero Franco Adami (Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg), Giancarlo Guidolin (Prosecco Doc) e Michele Noal (Asolo Prosecco Docg).
Una comunione d’intenti che raramente si era verificata nella storia dei consorzi. Il fulcro della questione è questo: il timore dei produttori dell’imposizione dei dazi sulle bottiglie avrebbe spinto alcuni produttori a congelare le spedizioni, soprattutto per paura che vengano applicati mentre la merce è in viaggio e che quindi il prezzo finale subisca un’impennata rispetto al prezzo di vendita iniziale.
«Il nostro sistema produttivo che da alcuni giorni sta assistendo alla sospensione delle spedizioni di Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg e Asolo Prosecco Docg verso il mercato statunitense» si legge nella lettera, «La scelta di congelare gli ordini è stata determinata dall’incertezza che si vive oggi, anche in assenza di un provvedimento dell’amministrazione americana, considerato che i nostri vini - impiegando diverse settimane per giungere negli USA - potrebbero vedere lievitare i dazi fino al 200% “on the water”, ovvero proprio lungo il percorso tra l’Italia e l’America, rischiando di mettere in crisi gli stessi nostri importatori, senza contare le gravissime ripercussioni sulle aziende mittenti».
Parole che trovano fondamento da una comunicazione inviata circa una settimana fa dalla US Wine Trade Alliance.
Quanto vale il prosecco negli usa
Il solo Prosecco Doc esporta negli Usa circa 130 milioni di bottiglie, pari al 23% dell’export dell’intera denominazione, volumi che generano un fatturato alla produzione di circa 500 milioni di euro. Per quanto riguarda il Conegliano Valdobbiadene, i numeri arrivano a 3,5 milioni di bottiglie che vanno ad occupare solo ed esclusivamente il settore Horeca.
Infine, la Docg Asolo Prosecco nel suo complesso esporta circa il 75% della sua produzione, che lo scorso anno si è attestata su 32 milioni di bottiglie. Secondo la ricerca “Wine Monitor” di Nomisma, presentata a Verona da Unicredit, il Prosecco, ha registrato una crescita dell’11,1%, i Bianchi del Veneto (+9,2%) e dei Rossi del Veneto (+5,7%).
La regione si conferma prima in Italia per valori di export sfiorando i 3 miliardi di euro, con un peso del 37% sul totale dell’export di settore nazionale.
I firmatari
Tra i firmatari della lettera il presidente del consorzio Prosecco Doc, Giancarlo Guidolin: «Questa vuole essere una comunicazione preventiva, chiediamo al Governo di prendere in considerazione la minaccia dei dazi e di quello che questi possono provocare nel nostro sistema. Al momento non abbiamo ricevuto dai nostri soci alcuna segnalazione e a febbraio abbiamo avuto un aumento del 12% sull’export, forse proprio perché i produttori hanno voluto anticipare eventuali tassazioni».
A firmare anche Franco Adami, presidente del consorzio Conegliano Valdobbiadene: «Ad essere cambiate sono le aspettative, è calata la voglia di acquistare perché nei primi due mesi è stata fatta molta scorta. Adesso stiamo tornando alla normalità, ora bisogna attendere per capire cosa succederà».
Mercato Usa trainato dal vino
Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di sbocco dell’export trevigiano. Nel 2024 il valore delle vendite ha superato gli 1,3 miliardi di euro, pari all’8,5% del totale export provinciale.
Nel confronto con l’anno precedente le vendite trevigiane verso gli Usa sono aumentate del 5,1%. Una dinamica in controtendenza positiva, se la si compara con l’andamento medio dell’export trevigiano (-1,7%).
A sostenere l’export trevigiano oltreoceano sono state le bevande, in particolare il Prosecco Doc e Docg, cresciute del 20% rispetto al 2023, per un valore di 51,6 milioni di euro, risultato che potrebbe anche aver incorporato vendite anticipate in previsione dell’introduzione di possibili dazi.
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