Diadora, va sold out in due ore la nuova collezione dedicata a Roby Baggio
L’azienda di scarpe, che ha vestito i grandi dello sport mondiale, riparte. Enrico Moretti Polegato, presidente dell’azienda di Caerano, illustra le strategie per lasciarsi alle spalle un 2020 «complicato»
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CAERANO DI SAN MARCO. La collezione speciale dedicata a Roberto Baggio è andata sold-out in due ore. Enrico Moretti Polegato, presidente di Diadora, ci accompagna tra i cimeli dell’azienda nella sede di Caerano di San Marco assieme all’uomo che faceva le scarpe a Roberto Baggio, fisicamente: Manuele Martignago («andavo a casa sua per mettere a punto le modifiche personalizzate»), in azienda dal 1981 e ora in pensione.
Sull’onda del running
La ripartenza di Diadora, dopo un 2020 «complicato, con un calo di fatturato leggermente migliore rispetto alle medie del settore dai 168 milioni di euro del 2019», nelle parole di Polegato, è anche qui, in questa capsule collection dedicata al “Divin Codino” in contemporanea con l’uscita del film su Netflix e “bruciata” in due ore sul sito e-commerce dell’azienda, in una giornata sulla piattaforma Pro direct. Sarà riproposta a breve, visto il successo. Ma non solo da qui arrivano note positive: «Ci sono segnali concreti e solidi dal running, per esempio, dove nei primi quattro mesi del 2021 siamo cresciuti del 183% rispetto al 2020. E vendiamo le nostre scarpe anche negli Usa, mercato non certo facile», spiega Polegato.
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Home fitness
Da una parte la storia, con le iconiche collezioni che hanno vestito Baggio e la nazionale italiana di calcio negli anni Novanta. Dall’altra il presente rimodellato dalla pandemia, causa di forza maggiore: «I nostri testimonial, oggi, sono gli istruttori di Buddyfit, piattaforma per l’home fitness». Segno dei tempi.
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Polegato illustra le strategie di ripartenza, tra passato e futuro. «Flessibilità e resilienza ci hanno permesso di mantenere la stabilità dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale, e ora siamo pronti per la ripartenza. Il 2021 ha già dato i primi segnali positivi: italianità, sportività e sostenibilità sono le parole chiave, e il running è lo sport su cui abbiamo deciso di puntare perché racchiude un po’ tutti questi aspetti».
Da soli, i prodotti per la corsa portano a Diadora buona parte del fatturato che deriva dal segmento performance dei propri prodotti, ovvero circa un terzo dei volumi totali. Il resto è dato dai segmenti lifestyle e utility, ovvero abbigliamento da lavoro. L’e-commerce vale circa l’otto per cento del fatturato, ma è destinato inevitabilmente a crescere.
Marchio da salvare
Alla domanda se il momento di mercato si presti a operazioni straordinarie, magari acquisizioni, Polegato risponde che «il successo nel rilancio di Diadora – Enrico è figlio di Mario Moretti Polegato, patron di Geox, e la famiglia ha preso in mano lo storico marchio di Caerano nel 2009, ndr – è stato nell’avere una squadra che l’ha seguita per tutto il tempo. Oggi mi mancherebbe il tempo per ripetere quest’esperienza».
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Classe 1981, Enrico era un ragazzino quando Baggio incantò il mondo a Usa ’94. Non poteva sapere che un giorno avrebbe guidato lui Diadora. Amore sbocciato lì? «L’icona che mi ha fatto scegliere Diadora, più che Baggio, è stata Diadora stessa. Non volevo che andasse perduta in chissà quali operazioni finanziarie, o chiusa addirittura. E nemmeno che il distretto montebellunese si impoverisse: dobbiamo fare tutti la nostra parte per difenderlo. Nel film traspare come Baggio sia un figlio di questa terra: anche Diadora lo è, per questo è nato un legame così forte».
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