Dry cooler firmati Refrion per il Centro meteo europeo di Bologna

A dicembre 2021 l’azienda friulana consegnerà 12 smaltitori di calore con una capacità di 18 megawatt all’Ecmwf in corso di allestimento al  Tecnopolo bolognese dove sarà ospitato anche il super computer europeo Leonardo 

Federico Piazza
Data center
Data center

TALMASSONS. Il nuovo data center di Bologna per le previsioni meteo a medio termine per l’Europa sarà raffreddato con i dry cooler adiabatici di Refrion. Una commessa da circa un milione di euro per il gruppo friulano (con quartier generale a Talmassons) specializzato in apparecchi ventilati per il raffreddamento di centri elaborazione dati, generatori di energia e processi industriali.
A dicembre 2021 Refrion consegnerà 12 smaltitori di calore con una capacità di 18 megawatt al Centro meteo europeo (Ecmwf - European Center for Medium-range Weather Forecasts) in allestimento presso il Tecnopolo bolognese, destinato a ospitare anche il super computer europeo Leonardo e importanti istituzioni scientifiche e di ricerca italiane.

Il nuovo centro Ecmwf, che diventerà operativo il 5 maggio 2022, sarà basato sul sistema BullSequana XH2000 di Atos in grado di fornire prestazioni di calcolo quasi quintuplicate rispetto all’attuale sede di Reading nel Regno Unito.
Compito delle tecnologie di Refrion sarà mantenere costante la temperatura di microprocessori e altri componenti del potente data center minimizzando i consumi energetici e l’impatto ambientale con dispositivi che abbattono la temperatura dell’aria per effetto della saturazione adiabatica. Abbassando cioè la temperature dall’ambiente con acqua evaporata anziché sistemi frigoriferi che utilizzano gas refrigeranti Freon o Idrofluorocarburi (HFC).

Un interno dello stabilimento produttivo di Refrion
Un interno dello stabilimento produttivo di Refrion

Una soluzione in linea con le finalità della Commissione Europea di ridurre progressivamente il consumo di HFC entro il 2030 per assicurare il calo delle emissioni di gas fluorati a effetto serra, attraverso un meccanismo introdotto nel 2014 che attribuisce una quota annua per l'immissione regressiva di questi fluidi inquinanti a ogni produttore o importatore dell’industria termodinamica del continente. 
«Il progetto di Bologna è il frutto di un’idea portata avanti da oltre un quinquennio, su cui abbiamo concentrato ricerca e sviluppo per apparecchi di raffreddamento funzionanti secondo il principio dell’effetto adiabatico, alternativi ai frigoriferi» afferma Daniele Stolfo, amministratore unico di Refrion.

«Il processo avviene attraverso l’evaporizzazione dell’acqua, utilizzata in quantità molto minori rispetto ai sistemi delle torri di raffreddamento e sempre recuperata. Questo sistema si presta molto bene ai data center, che in base alla normativa europea devono rispettare dei parametri di risparmio energetico molto stringenti in termini di rapporto tra energia elettrica consumata ed energia utilizzata, utilizzando apparecchiature che consumano meno acqua e meno energia rispetto a frigoriferi – continua Stolfo -. Molto meno impattanti anche a livello ambientale, visto che il fluido in circolazione è acqua e non gas refrigeranti e con esigenze di manutenzione meno invasive».
Quello digitale è sicuramente uno dei settori di applicazione più importanti per questa tecnologia. «Abbiamo fornito i nostri dry cooler in almeno una ventina di progetti tra Italia ed estero, tra cui i data center di IBM a Toronto, della Royal Bank of Scotland a Edimburgo e una consegna simile a Ecmwf è prevista in Svezia» racconta Stolfo.

Ecooler
Ecooler

I dry cooler adiabatici sono utilizzati anche per il raffreddamento dei processi industriali (soprattutto nella produzione di plastica) e dei generatori di energia (centrali a biomassa, geotermiche). E anche nel nucleare, «dove siamo tra i pochissimi in Europa a fornire raffreddatori per i generatori di corrente ausiliari, cioè per i sistemi indipendenti di produzione di energia elettrica di cui le centrali nucleari devono oggi essere dotate per poter governare tutte le funzioni operative in caso di catastrofi naturali».

In ambito nucleare Refrion evaderà tra il 2022 e il 2023 una commessa per una centrale in Galles, che nelle previsioni porterà il fatturato a balzare nel 2022 a 29 milioni di euro rispetto ai 24 milioni attesi per il 2021 (circa 22 milioni nel 2020, 80% export, mercati principali Europa, Russia, Israele, Canada e prossimo obiettivo sbarcare in Usa).

Riproduzione riservata © il Nord Est