Eccellenze Dop, il Veneto è leader in Italia Fvg in crescita

L’agroalimentare di qualità a Nord Est vale oltre 6 miliardi

Svettano Prosecco tra i vini e crudo di San Daniele tra i cibi

Maurizio Cescon

L’economia delle eccellenze agroalimentari del Made in Italy, la cosiddetta “Dop economy” vale, per la prima volta in assoluto, più di 20 miliardi di ricavi, nel 2022. In questo contesto di grande forza, il Nord Est, e in particolare il Veneto, giocano una partita da assoluti protagonisti.

Il Veneto infatti si conferma leader nazionale della Dop economy, con oltre 4,84 miliardi di euro di ricavi da vendite in Italia e all’estero e un peso di prodotti Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica tipica) pari al 42% del settore agroalimentare regionale.

Ottima la performance anche del Friuli Venezia Giulia, sesta regione in Italia, davanti a territori strutturati e di importante tradizione come Trentino Alto Adige, Puglia e Campania per fare solo qualche esempio, con un valore della Dop economy che supera il miliardo e 200 milioni di euro e una crescita del 10,8% rispetto all’anno precedente.

Sono questi i dati più significativi che emergono dal corposo report Ismea-Qualivita 2023, pubblicato nei giorni scorsi.

Prosecco e altre 89 filiere

Veneto leader in Italia per impatto economico del settore Igp e Dop con un valore pari a 4.836 milioni di euro nel 2022 generato dalle 89 filiere del cibo e del vino di assoluta qualità certificata, che ricadono sul territorio.

Alessandro Castiglioni
Alessandro Castiglioni

La Dop economy veneta cresce del +5,8% sul 2021 e ha un peso del 42% sul valore complessivo del settore agroalimentare regionale, grazie al lavoro di 26.067 operatori coordinati da 44 Consorzi di tutela delle filiere del vino e del cibo riconosciuti dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Tra le province, per impatto economico, domina la “Marca”, Treviso (2.185 milioni di euro), seguita a distanza da Verona (1.468 mln). Più staccate Vicenza (507 mln), Padova (323 mln), Venezia (311 mln), Belluno (35 mln) e Rovigo (7 mln).

La filiera che apporta il contributo maggiore in termini economici è il vino, seguita dai formaggi e dai prodotti a base di carne e gli ortofrutticoli.

Le denominazioni vitivinicole con il maggiore ritorno economico sono il Prosecco, il Conegliano Valdobbiadene – Prosecco, l’Amarone della Valpolicella, il Pinot grigio Delle Venezie e il Valpolicella ripasso. Per quanto riguarda i cibi, le denominazioni che partecipano maggiormente al valore economico sono il Grana Padano e l’Asiago, il Montasio, il Piave, il Provolone Valpadana e il Prosciutto veneto Berico-Euganeo. Alle spalle del colosso Veneto si piazzano Emilia Romagna e Lombardia sul podio.

Dal San Daniele al Pinot grigio

Il prodotto Dop che traina l’intero comparto del Friuli Venezia Giulia è il prosciutto crudo di San Daniele, che grazie ai suoi 365 milioni di fatturato è la sesta eccellenza Dop in Italia più redditizia e si posiziona alle spalle di brand noti nel mondo, dal Parmigiano reggiano al Grana padano, dal crudo di Parma alla mozzarella di bufala campana, dall’aceto di Modena al pecorino romano.

Ma non di solo San Daniele vive la regione dell’agroalimentare di qualità, visto che in tutto sono 26 i prodotti a marchio Dop e Igp, 19 dei quali nel comparto vino e gli altri 7 in quello del cibo. Il valore complessivo della produzione nel 2022 è stato di oltre 1,2 miliardi, con più di 3.400 operatori, tra imprenditori, vignaioli, collaboratori e venditori.

Il vino, con campioni come il Pinot grigio, il Prosecco, ma anche i raffinati bianchi del Collio e dei Colli orientali, del Carso e dell’Isonzo, delle Grave e di Aquileia, vale 818 milioni. Tra i territori fa la parte del leone Udine con 730 milioni, seguita da Pordenone con 305, da Gorizia con 167 e Trieste con 6,2.

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