Ecco il “Friulano pesante”, cosce di prosciutto crudo da 20 chili con 4 anni di stagionatura
A proporlo è Dok Dall’Ava, storico prosciuttificio di San Daniele, che propone al mercato un nuovo prodotto da filiera corta e controllata lavorato con il protocollo messo a punto dall’azienda

UDINE. Dok Dall’Ava sperimenta un nuovo tipo di prosciutto, oltre il disciplinare della Doc di San Daniele, per dar merito e orizzonte agli allevatori friulani che hanno iniziato ad allevare maiali di pezzatura pesante, animali che arrivano a 220 chili e che non possono entrare nella filiera della denominazione.
«Lavoriamo queste cosce, che pesano in media 20 chili, con stagionature che arrivano a 4 anni contro i 16/20 mesi del prosciutto Doc di San Daniele – spiega Carlo Dall’Ava – e otteniamo un buon prodotto, apprezzato, che abbiamo avviato al mercato nazionale ed europeo dove lavoriamo con i migliori negozi di alimentari».
Il nuovo prosciutto si chiama “Friulano pesante”, è prodotto come detto a partire da maiali allevati in Friuli, da filiera corta e garantita, ed è lavorato con il protocollo che ha fatto di Dok un marchio famoso nel mondo.
Dall’Ava ha presentato il nuovo prosciutto nella cornice di TuttoFood, la fiera recentemente andata in scena a Milano (Rho) alla quale l’azienda sandanielese ha partecipato, insieme al socio di maggioranza Loste Tradi France e alla neoacquisita Pio Tosini di Parma, con i suoi prosciutti ma anche con i prodotti della linea da forno Maria Vittoria. Una vetrina ideale, quella fieristica, per presentare le ultime novità e cercare quello scatto necessario ad abbracciare la ripresa.
«Abbiamo avuto visite, richieste, contatti internazionali. Siamo tornati ai ritmi pre-pandemia» ha aggiunto l’imprenditore di San Daniele che prevede per la fine dell’anno di superare i livelli ante Covid: «Il fatturato chiuderà con un +10% rispetto agli 8,9 milioni di euro del 2019 dopo aver subito nel 2020 una flessione di circa il 15%. Vanno bene sia mercato interno che estero, che valgono rispettivamente la metà del nostro giro d’affari».
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