Il modello cooperativo per le piccole cantine ci indica la strada
Serve investire in nuove forme di comunicazione per raggiungere e dialogare con nuove classi di consumatori e aprire nuovi canali distributivi in mercati solo parzialmente esplorati. La polverizzazione può essere valorizzata
Secondo recenti elaborazioni dell'Osservatorio di Unione Italiana Vini le esportazioni di vino italiano nei principali cinque mercati di destinazione – Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone - hanno registrato nel 2023 una contrazione su base annua del 7.3% in valore.
Una simile analisi prodotta da Intesa Sanpaolo mostra come l'export di vino generato dai produttori a Nord Est sia di fatto rimasto stabile rispetto al 2022, con il Veneto che rimane la principale regione esportatrice d'Italia con quasi 3 miliardi di euro.Di fronte ad uno scenario domestico in moderata contrazione, in parte giustificata dagli ottimi risultati del 2022, è giusto interrogarsi sui cambiamenti che stanno condizionando il consumo di vino globale.
Da un lato, le nuove generazioni sembrano essere sempre meno attratte dal consumo di vino, ed in particolare dal vino rosso; dall'altro, le difficoltà di mercati strategici come Regno Unito e Germania impongono alle imprese italiane di diversificare il proprio raggio d'azione e di esplorare nuove geografie.
Serve dunque investire in nuove forme di comunicazione per raggiungere e dialogare con nuove classi di consumatori e aprire nuovi canali distributivi in mercati solo parzialmente esplorati. In entrambi i casi, siamo di fronte a due strategie aziendali la cui esecuzione porta con sé ingenti costi fissi che difficilmente potranno essere affrontati dai piccoli produttori indipendenti.
Il nostro tessuto produttivo, è bene ricordarlo, è costituito da circa 250 mila aziende che coltivano in media 2,5 ettari. Di fatto, un esercito di micro e piccoli produttori che insistono su qualità e varietà di prodotto ma che presentano al contempo evidenti limiti strutturali.
Ovviare ai limiti strutturali evidenti
Chiedere ai piccoli produttori di crescere dimensionalmente è sbagliato e fuorviante, non fosse altro per gli evidenti limiti legati alla disponibilità di terra da coltivare. Ma allora come ovviare ad un limite strutturale che rischia di penalizzare la futura sostenibilità economica del vino italiano nel mercato globale? Alcuni interessanti spunti ci arrivano proprio da Nord Est, ed in particolare dal modello delle cooperative del vino che sta segnando un importante cambio di passo nella gestione della catena del valore del vino.
Dalla cooperativa di Mezzocorona in Trentino a La Marca di Oderzo, passando per la recente fusione tra La Delizia di Casarsa e la Cooperativa di Conegliano e Vittorio Veneto, il modello delle cooperative sembra riuscire a garantire quella massa critica necessaria a far fronte ai crescenti costi fissi senza compromettere l'indipendenza dei produttori associati.
Da un lato, dunque, la produzione è diffusa e “democratica”, e rimane distribuita tra i numerosi produttori vinicoli coinvolti nelle cooperative; dall'altro, le funzioni intangibili come la comunicazione e la distribuzione vengono centralizzate e sono sostenute da un volume di affari di grande rilievo.
Gli antidoti alla polverizzazione
Quello delle cooperative è dunque un modello organizzativo particolarmente adatto a valorizzare la polverizzazione della produzione vitivinicola italiana e ad affrontare le complesse sfide che arrivano dal mercato globale. È un modello, tuttavia, che presenta anche delle importanti complessità, come ad esempio la definizione di una governance efficace, snella e soprattutto condivisa.
Nonostante non manchino i casi di successo, sono ancora molte le realtà produttive a Nord Est che hanno deciso di non aprirsi a questo modello. È evidentemente un modello che fa più fatica ad adattarsi a produzioni di elevata qualità e che ha nel mass market il proprio segmento di riferimento. Quello che oggi appare un evidente limite può diventare però uno stimolo per aggregare anche piccoli produttori con posizionamento medio-alto. Andare da soli sarà sempre più complicato. È bene farsene una ragione.
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