Electrolux: accordo o l’investimento a Susegana salta
Aut aut dell’azienda sui 110 milioni per Susegana. Il 5 giugno data limite, l’intesa con i sindacati doveva arrivare a maggio

Se non è un aut aut, gli si avvicina molto. O il 5 giugno si arriverà ad un accordo, oppure l’investimento da 110 milioni nello stabilimento di Susegana non si farà. Questa la posizione di Electrolux all’indomani della riunione di coordinamento con Fim Fiom e Uilm svoltasi martedì a Mestre e che aveva, all’ordine del giorno, il confronto sulle richieste dell’azienda, condizionanti per un investimento che punta a incrementare sensibilmente i volumi prodotti dalla fabbrica veneta (attestandola su 1 milione di apparecchiature l’anno), in prospettiva ad aumentare l’organico, a garantire prospettive allo stabilimento, ma su condizioni di sostenibilità di quell’investimento.
Dalla riunione non è arrivato il risultato più atteso, ovvero l’accordo, spostando in avanti la scadenza della trattativa, che avrebbe dovuto concludersi entro la fine di maggio, alla prossima settimana. Ora il 5 giugno - nuovo appuntamento per sindacati e azienda - è ultimativo. E andranno sciolti i nodi che il confronto, fino a oggi, ha lasciato intatti. In positivo c’è che martedì sera (l’incontro è finito dopo le 23) la discussione è entrata nel vivo, ma la questione gettito produttivo, legata alla velocizzazione della linea con un obiettivo di 120 pezzi l’ora, ovvero 2 frigoriferi al minuto, è ferma.
Oggi le linee Genesi in funzione a Susegana garantiscono un gettito di 94 apparecchiature l’ora; l’aumento è significativo ma, fa sapere l’azienda, fondamentale per garantire - appunto - la sostenibilità dell’investimento.
E ancora l’azienda spiega che la questione pause non è, invece, in discussione: l’organizzazione in essere, pause comprese, resta confermata. Errata, invece, sempre secondo l’azienda, la correlazione tra aumento del gettito e possibile incremento della cassa integrazione, paventata dalla Rsu. La cassa integrazione potrebbe legarsi più facilmente alle assunzioni, che pure il piano prevede, che l’azienda attiverà evidentemente solo a fronte di una ripresa del mercato e se necessarie.
La nuova linea, che ad accordo raggiunto sarà operativa nel 2025, dovrà garantire i famosi 120 pezzi/ora; le linee oggi in funzione verranno adeguate per assicurare lo stesso gettito nel momento in cui il mercato lo richiederà.
Apertura infine sulla questione cadenziatori, che è una delle condizioni poste da sindacato ed Rsu, ovvero meccanismi che garantiscano ai lavoratori in linea di avere a disposizione tutti i secondi necessari per completare le operazioni richieste.
Per affrontare quello che Fim Fiom e Uilm definiscono «il delicato problema di coniugare l’investimento con la salvaguardia delle condizioni di lavoro», i sindacati rilanciano le richieste: «la salvaguardia dell’attuale regime di pause, la collocazione in linea di cadenziatori e la subordinazione dell’incremento del gettito alla effettiva realizzazione dell’investimento con coerenti aumenti di volumi. Resta in ogni caso da concordare un punto di incontro sul possibile incremento di gettito orario con relativo incremento occupazionale».
E al Governo richiedono un «interessamento» relativamente ai rumors sulla vendita di Electrolux. Lunedì prossimo, quindi, ultima chance per definire un’intesa che mette sul tavolo 110 milioni di euro di investimenti, il maggiore investimento nel “freddo” mai realizzato in Italia, che evidentemente assicura prospettive di medio-lungo periodo alla fabbrica veneta. Il giorno successivo previsto un incontro azienda-sindacati anche a Porcia, da mesi in sofferenza per la contrazione della domanda. —
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