Electrolux conferma investimenti ed esuberi. «Il mercato è volubile»

L’Electrolux conferma gli investimenti. Ma anche i tagli (3 mila tra l’Europa e gli Usa, di cui 164 impiegati in Italia). E chiede al governo di abbattere il costo della energia; ai lavoratori, invece, una «forte flessibilità per fronteggiare la volubilità del mercato». Così i vertici italiani del gruppo all’incontro ieri al ministero delle Imprese, per una ricognizione di settore prima della trattativa del 21 marzo col sindacato. Al tavolo il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, la sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto, l’ad di Electrolux Italia Massimiliano Ranieri, i rappresentanti delle Regioni e i segretari delle diverse categorie sindacali. In Europa le vendite di elettrodomestici sono precipitate da 98 milioni del 2021 agli 80 dell’anno scorso, tutti i marchi coinvolti. Fosco l’orizzonte.
«Gli ultimi quattro anni sono stati molto instabili e hanno accresciuto il vantaggio competitivo delle imprese cinesi rispetto a quelle europee» è stato l’allarme del sindacato dopo aver ascoltato il management Electrolux. Ma Stoccolma né Porcia sono rimasti alla finestra. Hanno reagito razionalizzando ed investendo. E non solo nella qualità del prodotto, ma anche in un progressiva riduzione delle emissioni di CO2 nel ciclo produttivo, cosa che l’azienda pensa possa valorizzare il brand – poiché l’operazione è molto apprezzata dal consumatore – nonché in una forte riduzione dei costi. L’azienda ha dunque confermato che nel 2023 a Porcia sono stati effettuati 20 milioni di euro di investimento e che quest’anno ne verranno impegnati altri 12 milioni. E questo a fronte, purtroppo, di volumi che sono passati dai 966 mila pezzi del 2022 ai 613.000 del 2023, con un auspicato recupero quest’anno sino a 707 mila pezzi. A Susegana gli investimenti sono stati l’anno scorso di 62 milioni di euro, altri 43 verranno aggiunti nel 2024: i volumi sono scesi da 883 mila pezzi del 2021 agli 587 mila del 2023, con una previsione di 605 mila del 2024.
Con queste premesse, sarà possibile raggiungere un accordo sugli esuberi già il 21 marzo? «Il nostro obiettivo» risponde il sindacato «è scongiurare il rischio di licenziamenti unilaterali». Ad Electrolux viene chiesto anche un utilizzo più saggio della cassa integrazione ordinaria, evitando la Cigo ad ore anziché a giornata. La prima assicurazione è arrivata dal ministro pordenonese Luca Ciriani: «Come governo siamo consapevoli delle contingenze economiche del momento e siamo disposti a dialogare e a collaborare, ci auguriamo che questo stesso spirito animi anche Electrolux. C’è dunque bisogno, oltre alla conferma degli investimenti già previsti e che sono un segnale di fiducia, della volontà da parte di Electrolux di confermare, se non incrementare, le previsioni di produzione». Emidio Bini, assessore regionale del Fvg, si è detto soddisfatto perché, come ha riferito, Ranieri ha confermato che gli investimenti sul sito di Porcia per il 2023-24 superano i 30 milioni, con l’obiettivo di avviare un percorso di trasformazione dell’area tecnologica.
«Apprezziamo l’intenzione di Electrolux di completare i cospicui investimenti in tecnologie digitali e automazione già avviati nel Veneto dal 2019 con un progetto “Industria 4.0” da 130 milioni» ha concluso l’assessore regionale Elena Donazzan.
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