Electrolux, Midea rinuncia all’acquisizione

Dopo aver cercato un accordo amichevole, che non è stato raggiunto, il colosso cinese abbandona il progetto. Determinanti nella decisione le misure protezionistiche scattate non solo negli Usa ma annunciate anche in Italia, con il ricorso alla Golden Power

Elena Del Giudice

Midea getta la spugna e abbandona - per ora - l’idea di acquisire Electrolux. Più d’una le motivazioni, a partire dal valore dell’offerta, che indiscrezioni volevano vicina ai 3,9 miliardi di dollari ritenuta non adeguata da Investor AB, la holding svedese controllata dalla famiglia Wallemberg, storico e primo azionista di Electrolux con il 18% del capitale e il 30% dei diritti di voto. E ancora i Wallemberg avrebbero chiesto a Midea garanzie sulla conclusione positiva dell’operazione anche a fronte di una opposizione del Governo Usa. Pare anche che la stessa Electrolux, che non aveva sollecitato alcuna proposta, non fosse disponibile a cercare un accordo a tutti i costi. A questo si sono sommate le levate di scudi in Europa rispetto ad acquisizioni da parte di compagnie cinesi, non ultimo l’impegno del Governo italiano che, proprio pochi giorni fa, attraverso il ministro Luca Ciriani, aveva confermato l’intenzione di fare ricorso alla Golden Power nel caso in cui Midea avesse acquistato Electrolux. Un mix di fattori che hanno dunque spinto Midea a rinunciare al progetto.

A darne notizia è Bloomberg - la prima ad aver reso nota l’operazione - citando fonti vicine al dossier. Dal quartier generale di Electrolux nessuna conferma né smentita, ma il consueto “no comment”, ribadito più volte in questi mesi, ovvero da quando i rumors sull’offerta “amichevole” di Midea avevano iniziato a circolare.

Per come è possibile ricostruire il percorso, Midea aveva tentato un approccio in primavera a cui sarebbero seguite discussioni sui termini dell’operazione che, come detto, si sono subito scontrate con i “paletti” di Investor AB sul prezzo e sulle questioni normative, a cui si sono aggiunte le crescenti misure protezionistiche in Europa e negli Usa, «anche se - rileva Bloomberg - l’attività di produzione di lavastoviglie e frigoriferi non può essere necessariamente considerata un rischio per la sicurezza nazionale». Misure che, rileva sempre Bloomberg, stanno bloccando operazioni di acquisizione per circa 50 miliardi di dollari.

Vale la pena ricordare che Midea è da anni partner di Electrolux (insieme hanno portato il brand di alta gamma Aeg in Cina), e pare che l’interesse ad acquisire il produttore svedese esistesse da tempo. Oggi non ci sono le condizioni per concludere, ma non è detto che in futuro questo non possa accadere. Midea è un produttore noto sul mercato cinese dell’elettrodomestico (ha anche una partecipazione di controllo in Toshiba Corp ed è il proprietario dell’azienda tedesca Kuka Ag, i cui robot peraltro sono installati anche a Porcia, ndr) ed è un produttore conto terzi. L’acquisizione di Electrolux, che ha un marchio globale, avrebbe consentito a Midea di approcciare il mercato europeo e americano con un brand forte, evitando gli investimenti necessari ad affermarsi in proprio. Dall’altro fronte, quello di Electrolux, nessuna volontà di disimpegno nonostante le difficoltà generate dal mercato. Il gruppo, ricordiamo, ha avviato un piano di ristrutturazione a livello mondo da 4 mila esuberi, soprattutto negli Usa, di riduzione dei costi che sta impattando anche sulle fabbriche italiane (5 con centri di ricerca e sviluppo e oltre 5 mila addetti), e di investimenti (680 milioni di cui 220 negli stabilimenti di Susegana e Solaro) grazie al quale conta di recuperare redditività.

«Per quanto riguarda la vicenda Electrolux - è la considerazione del ministro Luca Ciriani - mi riservo di esprimere un parere su un eventuale ritiro di Midea se e quando la notizia sarà confermata. In ogni caso la mia posizione, e quella del governo, non cambia ed è quella che ho illustrato nell’incontro con i sindacati» e «la nostra attenzione sul futuro dei lavoratori e su quello dell'azienda è e continuerà ad essere massima». Aggiunge il parlamentare Emanuele Loperfido «il possibile ricorso alla Golden Power comunicato dal ministro Ciriani ha avuto l’immediato effetto di salvaguardia di una realtà così importante per il territorio pordenonese oltre che nazionale. Il Governo continuerà a difendere le imprese».

«Smentita l’eventualità di una vendita ai cinesi - è il commento del coordinatore Uilm per Electrolux, Gianluca Ficco -, dobbiamo capire innanzitutto se sussistono ipotesi di acquisizione da parte di altri soggetti e poi, nel caso in cui alla fine non avvenga alcuna vendita, quale possa essere una efficace strategia di rilancio del gruppo in Italia e in Europa. Resta dunque ferma l’esigenza di apertura di un tavolo di settore che individui gli strumenti necessari a restituire competitività alla produzione degli elettrodomestici nel nostro Paese. Speriamo di poter aprire un confronto proficuo col Governo e le imprese mettendo al centro l’interesse nazionale».

«Prendiamo atto dalla stampa l'azienda ha sempre negato l'ipotesi di cessione. Importante che ci siano stati investimenti sui processi a Solaro, a Susegana e anche a Porcia per quasi 300 milioni, garantiscono il consolidamento produttivo per i prossimi anni a prescindere da chi detiene la maggioranza azionaria - aggiunge Massimiliano Nobis, coordinatore nazionale Fim -. Il governo in più tavoli ha annunciato di voler presidiare e tutelare il settore del bianco italiano, adottando se necessario la Golden Power. Accanto a questo serve comunque un sostegno al comparto finanziando il reshoring della produzione della componentistica. Quello che oggi maggiormente preoccupa è il calo di consumi degli elettrodomestici ( - 20% nel primo quadrimestre 2023) e le conseguenti ore di cassa integrazione». Infine Alberto Laghi, coordinatore nazionale Fiom, conserva «il dubbio che Electrolux possa essere sul mercato. Restano quindi le domande su che cosa immagini il gruppo per il proprio futuro, e quindi per sedi produttive e occupati, e attendiamo risposte».

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