Electrolux Professional chiude lo stabilimento di Louisville negli Usa. Parte della produzione arriverà in Italia

Nel Kentucky sorgerà un centro di competenze riservato ai clienti. La produzione dirottata parte in Thailandia e parte nella fabbrica di Spilamberto

La sede di Electrolux Professional a Pordenone
La sede di Electrolux Professional a Pordenone

PORDENONE. Electrolux Professional, Electrolux Professional, azienda specializzata nella produzione di apparecchiature professionali per collettività (ristorazione, lavanderie, coffe and beverage), proprietà svedese e headquarter a Vallenoncello (Pordenone), ha annunciato l’intenzione di convertire la struttura di Louisville, nel Kentucky (Usa) in un centro di competenza dedicato ai propri clienti.

La decisione comporta lo spostamento dell’intera produzione del settore Beverage. Le nuove destinazioni produttive saranno gli stabilimenti di Rayong, in Thailandia, e Spilamberto, in Italia, dove Electrolux Professional ha acquisito, ancora nel 2018, la Spm Drink System.

Inoltre, il magazzino esistente di Charlotte, sempre negli Stati Uniti, verrà consolidato nella sede del magazzino di Louisville, creando un importante polo logistico per servire il mercato statunitense.

L’azienda ha stimato che il trasferimento della produzione e del magazzino dovrebbero generare risparmi annuali di circa 30 milioni di corone svedesi a partire dal secondo trimestre del 2022 e non dovrebbero comportare nuovi costi.

Il trasferimento della produzione dovrebbe essere finalizzato al più tardi nel primo trimestre del 2022 e interesserà circa 30 dipendenti attualmente impiegati nello stabilimento di Louisville.

Electrolux Professional è, dalla fine del 2019, un’azienda autonoma, mentre in precedenza era una divisione del colosso svedese Electrolux, entrato nel settore a metà degli anni 80 quando ha acquisito la Zanussi che aveva avviato uno stabilimento dedicato alle cucine professionali, esteso poi al settore lavaggio, refrigerazione e attrezzature riservate al settore. L’azienda ha chiuso il secondo trimestre dell’anno in crescita, dopo aver patito - nel 2020 - le conseguenze dei lockdown scattato in molti Paesi del mondo che hanno sostanzialmente congelato gli investimenti nel settore della ristorazione, e anche della ricettività, con un fatturato di 1,98 miliardi di corone svedesi (191,2 milioni di euro), +31,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Ebitda è stato di 197 milioni di corone, 19,2 milioni di euro, corrispondente ad un margine del 10,1%. 

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