Electrolux, ricavi stabili ma volumi in flessione
Le difficoltà nella catena logistica e la carenza di componenti elettronici rallentano il colosso dell’elettrodomestico. I problemi maggiori nel settore lavaggio (Porcia) e cottura (Forlì)
PORDENONE. I conti di Electrolux, la multinazionale svedese dell’elettrodomestico con headquarter per l’Italia a Porcia (Pordenone, 5 stabilimenti in Italia (Porcia, Susegana, Solaro, Forlì, Cerreto d’Esi) e 5 mila addetti, risentono delle difficoltà della catena logistica e della carenza di componenti - soprattutto elettronici - che hanno inceppato la produzione e ridotto significativamente il numero delle apparecchiature consegnate al mercato.
A “mancare” sono soprattutto gli elettrodomestici del segmento lavaggio, e quindi le lavatrici di Porcia - costretta a numerosi stop produttivi per la mancanza di componenti -, e la cottura premium, ovvero i forni e i piani di Forlì. Ed ecco che Electrolux ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con ricavi in leggero aumento a 33,75 miliardi di corone svedesi (circa 3,23 miliardi di euro), con una crescita organica del +0,3%, determinata da una forte escursione dei prezzi in tutte le aree di business e dal miglioramento del mix ma a fronte di volumi che «sono diminuiti in modo significativo». Per contro sono aumentati i costi. Non solo di approvvigionamento, ma anche dei trasporti aerei di componenti elettronici e per gli acquisti spot per compensare i ritardi nelle forniture.
Il gruppo ha realizzato un utile operativo di 560 milioni di corone, 53,6 milioni di euro, a fronte 1,98 miliardi di corone dello stesso periodo dello scorso anno (189,9 milioni di euro) mentre l’utile di periodo è di 24,6 milioni di euro (erano 132,5 milioni lo scorso anno). Il ceo Jonas Samuelson ha confermato dunque, «l’impatto di importanti sfide legate alla catena di approvvigionamento: le consegne irregolari hanno continuato a incidere in modo significativo sui volumi, causando gravi inefficienze produttive e aumento di costi».
Nonostante tutto ciò e l’indebolimento della domanda «siamo riusciti a ottimizzare l’uso dei componenti disponibili e a ottenere un solito miglioramento del mix. Tuttavia non siamo ancora riusciti a soddisfare pienamente le richieste del mercato». Secondo Samuelson, la situazione dovrebbe migliorare nel secondo semestre. La visibilità però è limitata e anche condizionata dai problemi noti: conflitto, vincoli della supply chain, pandemia.
Intanto a Porcia, benché i problemi con le forniture persistano, da lunedì 25 luglio la produzione tornerà a 8 ore con un solo turno impegnato ogni giorno, mentre è stata calendarizzata una chiusura collettiva per il 16 agosto. E si guarda a settembre, al prossimo incontro di coordinamento che dovrebbe affrontare il tema di una possibile riorganizzazione a Solaro, e capire le prospettive per Porcia, il cui budget di volumi si è sensibilmente ridotto: la previsione era per 1,075 milioni di lavatrici entro fine anno, oggi è scesa a 860 mila. La soglia di “sopravvivenza” per Porcia è 750 mila pezzi l’anno. Pericolosamente vicina.
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