Electrolux volumi in aumento ma Porcia va verso la solidarietà
Secondo le prime stime la produzione 2025 dovrebbe arrivare a 720 mila pezzi. Gli altri stabilimenti della multinazionale svedese al riparo da ammortizzatori. Nel declino del bianco coinvolti Haier, Beko e Whirlpool
Haier, Beko, Whirlpool: tre multinazionali dell’elettrodomestico che registrano evidenti segnali di crisi con tavoli aperti e migliaia di posti di lavoro a rischio. In questo declino, come lo chiama qualcuno, del bianco, il colosso svedese Electrolux, che con i suoi stabilimenti tra Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna, è leader a Nord Est, prova a resistere.
È proprio il sito di Porcia - 1.600 dipendenti dei quali 800 nei reparti produttivi - dove si realizzano numerosi modelli di lavatrici e asciugatrici di gamma medio-alta, dove si prospetta un 2025 complicato.
A Solaro (lavastoviglie), Cerreto (cappe per cucina), Forlì (forni professionali) e Susegana (frigoriferi), cioè gli altri stabilimenti Electrolux in Italia, l’anno potrebbe essere abbastanza tranquillo sul fronte ricavi e occupazione, mentre Porcia va verso il secondo anno di contratti di solidarietà.
Tutto sarà chiaro e definito dopo il coordinamento nazionale che si svolgerà nella sede di Confindustria Veneto Est a Marghera il prossimo 19 febbraio. Al tavolo parteciperanno l’azienda con la country manager e responsabile delle relazioni industriali, la dottoressa Marzia Segato e i capi del personale, i rappresentanti di Confindustria dei territori interessati, i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, e alcuni esponenti nazionali dei sindacati.
Lì in quell’occasione si metteranno nero su bianco le previsioni per il 2025 e le misure da prendere per mantenere in equilibrio l’azienda.
Secondo le indiscrezioni trapelate finora e confermate da Cisl e Cgil, i volumi di Porcia per il 2025 sarebbero previsti in leggero aumento. Ovvero dalle 690 mila macchine uscite dai cancelli della fabbrica nel 2024, il target è stato fissato a 720 mila per il 2025.
Un incremento di pochi punti percentuali, ben lontano però dalle potenzialità del complesso pordenonese, che a regime può arrivare a produrre fino a un milione di lavatrici e asciugatrici l’anno.
Un incremento che, secondo quanto è emerso finora, non eviterà agli 800 operai delle linee produttive di Porcia di accedere, per un periodo di qualche mese, ai contratti di solidarietà.
Anche questa misura sarà definita nel corso del coordinamento nazionale del 19 febbraio.
Nei mesi di gennaio e febbraio si lavorerà con i consueti turni di 8 ore, ma in primavera, che è il momento più critico per gli ordinativi, potrebbe essere necessaria la solidarietà.
Intanto anche lo stabilimento di Susegana ha evaso tutto l’arretrato di ordinativi per il quale era stato necessario il trasferimento di alcune decine di dipendenti da Porcia e quindi la situazione è tornata alla normalità.
«È positivo che i volumi di Porcia siano in aumento - osserva la delegata della Fiom Cgil Simonetta Chiarotto - : ma siamo di fronte solo a un anticipo di volumi o andiamo verso una stabilità di produzione per tutto l’anno? Io temo che se spostiamo in avanti la solidarietà, come l’azienda sembra intenzionata a fare, significa che il problema non è stato risolto, ma solo rinviato».
«Ci hanno comunicato il budget di 720 mila elettrodomestici per il 2025 – aggiunge la sindacalista – ma anche questo numero è aleatorio: in passato, infatti, i budget sono stati rivisti almeno un paio di volte, al ribasso. Quindi siamo di fronte a una situazione uguale al 2024 o un po’ migliore? Al momento è difficile rispondere alla domanda».
Il sindacato, comunque, nella riunione del coordinamento ha intenzione di far sentire la propria voce.
«Chiediamo un tavolo nazionale per discutere della crisi dell’elettrodomestico - annuncia Giovanni Piccinin della Fim Cisl - . Il governo deve prendersi in carico un settore che conta in Italia oltre 20 mila posti di lavoro, tra diretti e indotto».
«Electrolux ha investito e sta investendo molto, ma non riusciamo a uscire bene da questa situazione di stagnazione – commenta Piccinin – . Purtroppo le lavatrici sono l’elettrodomestico che soffre di più, mentre forni e frigoriferi stanno andando meglio. Ma in Italia non c’è solo Electrolux. Beko, Haier e altri stabilimenti minori sono messi piuttosto male. Le fabbriche sul territorio, in particolare quelle dell’indotto, sono medio piccole, stanno soffrendo e non hanno gli stessi ammortizzatori sociali dei grandi gruppi. Vorremmo sapere dal governo se l’elettrodomestico è ancora un asset strategico per l’industria nazionale». —
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