Entrò in azienda da fattorino e poi se la comprò. Oggi acquista e ristruttura antichi palazzi veronesi. La storia di Bruno Soave

Da sempre lontano dalle cronache, per la prima volta l’imprenditore veneto si racconta. Dopo aver trascorso una vita nella logistica della moda e del lusso, ora si dedica al salvataggio di storici palazzi scaligeri. «Vivo per l’emozione e la cosa che più mi regala emozioni, è il mio lavoro» 

Edoardo Bus
Bruno Soave
Bruno Soave

C’è un imprenditore veronese, ignoto alle cronache economiche e molto riservato che, nel silenzio, sta acquistando, ristrutturando e rivitalizzando alcuni dei più belli e ricchi di storia palazzi scaligeri. Si chiama Bruno Soave e, per la prima volta nella sua lunga carriera, accetta di raccontarsi e di raccontare i suoi, tanti, progetti. Il primo e iconico è certamente Palazzo Bottagisio, un meraviglioso palazzo cinquecentesco che in passato è stato anche sede della Provincia.

Chiuso da quasi 30 anni, si trovava in condizioni di grave degrado, pericolante e circondato dai ponteggi. Nel pieno centro storico di Verona si affaccia su via Leoni da una parte e sulla splendida chiesa gotico- romanica di San Fermo Maggiore dall’altra. Qui, grazie alla ristrutturazione voluta da Soave, ha aperto un ristorante gourmet da 35 coperti, l’Iris, che vedrà protagonista in cucina lo chef stellato Giacomo Sacchetto con la sua crew.

Ma presto seguiranno un bar con terrazza, una cantina con 800 referenze, una Spa circondata da fondamenta e mosaici di epoca romana (l’edificio si trova lungo l’asse del Cardo romanico) e infine un albergo cinque stelle superior, con 35 magnifiche suites ed appartamenti tra statue d’epoca ed affreschi del Dorigny. Il Palazzo che fu dei Boldieri, poi dei Malaspina e quindi dei Bottagisio, adesso viene ribattezzato “Palazzo Soave” e dal 3 novembre ha aperto le porte ai primi clienti.

“La prima parte della mia vita – racconta Soave – è stata nella logistica della moda e del lusso. Sono entrato come fattorino in un’azienda multinazionale tedesca che aveva aperto a Verona, dove nel tempo ho fatto carriera fino diventare direttore generale. Poi, nel 1977, quell’azienda l’ho comprata e ho costituito la mia ‘Traconf’ (da trasporto confezioni), che negli anni è cresciuta fino ad aprire filiali dagli USA alla Gran Bretagna, dal Giappone a Hong Kong. Nel 2018, quando aveva raggiunto l’apice, con tremila dipendenti e 400 milioni di fatturato, l’ho venduta”.

È così che inizia la seconda parte della vita di Soave, nel settore immobiliare. Invece di godersi i soldi guadagnati con fatica investe i proventi della vendita dell’azienda nel dare nuova vita a palazzi e residenze nel veronese. In cima alla piramide societaria oggi c’è la sua holding Tajura – dal nome del paese libico in cui Soave è nato – con sede in Piazza Cittadella a Verona. Da qui Soave decide gli investimenti e dirige le operazioni. Un’altra è già in corso. La società ha comprato da Banco BPM la ex filiale dell’iconica Piazza Erbe a Verona, in un palazzo ricco di storia la “Domus Mercatorum”, che in un lontano passato fu sede della Camera di Commercio e poi vide la nascita della Banca Popolare di Verona. Qui, al piano terra dell’edificio civile medievale, realizzato tra il 1301 e il 1304, aprirà presto una nuova attività commerciale.

“Io vivo per l’emozione – racconta Bruno Soave – e la cosa che più mi da stimoli è il mio lavoro. Per me è una gioia il lunedì mattina, quando affronto la settimana e nuove avventure”. Un’altra appena finita con successo è la ristrutturazione di Palazzo Reggiani nella zona dei Filippini, con cinque nuovi prestigiosi appartamenti, dotati di arredamento di design e di tutte le comodità. La prossima in arrivo è l’avventura più grande, una straordinaria opera di riconversione della caserma e della ex prigione militare di Peschiera del Garda. Un complesso enorme, che rappresenta circa un terzo del centro lacustre, che verrà completamente trasformato, per diventare un hotel cinque stelle superior, con piscine, spa e percorso della salute e con cinquanta appartamenti di lusso nella ex caserma. L’ultimo investimento ha un sapore romantico. “Avevo otto anni – racconta commosso Soave – e un’anima artistica sviluppata, tanto che in via XX Settembre dipingevo quadri, li mettevo in mostra e poi li vendevo anche. Adesso in quella stessa via l’operazione artistica riguarderà la rimessa a nuovo di un meraviglioso palazzo…”.

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