Eurotech fa il pieno di ordini, ma mancano componenti
L’amministratore delegato della multinazionale di Amaro, Paul Chawla, indica la nuova rotta della multinazionale: «La crescita arriva dai volumi. Tecnologicamente siamo nell’élite»
AMARO (UDINE). «Avessimo a disposizione tutti i componenti che ci servono, questo sarebbe un anno fantastico». Nelle parole dell’Ad di Eurotech, Paul Chawla la conferma, che arriva da un altro fronte, e che indica nelle difficoltà di approvvigionamento di componenti uno dei principali ostacoli alla concretizzazione delle opportunità di molte imprese. Ed Eurotech non fa eccezione e sconta la carenza di chip per il particolare settore di business della multinazionale friulana che progetta, sviluppa e fornisce Edge computer e soluzioni per la IoT (Internet of Things, o internet delle cose), come dimostra il bilancio dei primi 9 mesi dell’anno che chiude con 43,95 milioni di fatturato, in flessione del 12,5% rispetto ai 52,57 dello stesso periodo del 2020, ma con un terzo trimestre in crescita su tutti gli indicatori.
I primi 9 mesi del 2021 segnano per Eurotech una contrazione di fatturato e margini. Che cosa scontate?
«La carenza di componentistica elettronica, e questa difficoltà di approvvigionamento fa sì che facciamo fatica a consegnare i prodotti ai nostri clienti. Inoltre soffriamo anche della speculazione in atto sui prezzi, che pesa ovviamente sui costi. In positivo abbiamo un portafoglio ordini molto importante, per cui siamo certi che ciò che non riusciremo a consegnare quest’anno, saremo in grado di farlo l’anno prossimo».
Il Covid come ha impattato sul Gruppo?
«La pandemia ha colpito noi come ha colpito tutto il mondo, ma non ha fermato i nostri progetti di innovazione tecnologica. Abbiamo continuato a sviluppare prodotti per ambienti estremi, sia per temperature che per condizioni ambientali difficili. Ad esempio, un prodotto impiegabile in campo medico deve offrire garanzie di affidabilità importanti, deve lavorare 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. E il medicale è uno dei settori su cui puntiamo».
La crescita da dove arriverà?
«In passato Eurotech è stata, potremmo dire, una boutique, oggi puntiamo a realizzare maggiori volumi con prodotti di eccellenza ma standardizzati. Riteniamo che è da qui che arriverà la crescita, e questo è il momento giusto. C’è una forte domanda per tecnologie in grado di fare due cose: connettere i macchinari al cloud e rendere i macchinari in grado di correggersi rapidamente senza necessità di avere una risposta da sistemi centralizzati. Ciò che noi chiamiamo IoT Edge Solutions sono un insieme di hardware e software in grado di abilitare queste cose. Ci sono molte aziende specializzate nel software e molte nell’hardware, ma solo una decina al mondo lo è in entrambi i settori, e noi siamo tra quelle dieci, e quindi apparteniamo all’élite a livello di tecnologia».
Accennava al portafoglio ordini particolarmente significativo, da quali mercati?
«Usa e Giappone stanno andando molto bene. In particolare, in Giappone tra i nostri clienti ci sono alcune aziende che costruiscono macchinari per produrre semiconduttori, e in quei macchinari ci sono le nostre schede di controllo. Per cui, visto che la domanda per questi macchinari è in forte crescita, noi beneficiamo della crescente richiesta delle nostre schede».
Investimenti?
«Non abbiamo effettuato tagli ai costi e nemmeno agli investimenti. Operiamo in mercati che crescono del 15/20% e noi puntiamo a crescere sugli stessi numeri con le linee di prodotti utili all’ IoT. Non solo, stiamo anche cercando personale per potenziare il marketing strategico, la parte commerciale, il supporto tecnico al cliente e cerchiamo talenti in tutto il mondo che abbiano un’esperienza in questi ambiti».
Stime sulla chiusura del 2021?
«Non forniamo indicazioni sull’outlook, abbiamo ordini importanti per chiudere un anno in crescita. Tra tre settimane vedremo dove atterreremo. Componenti permettendo».
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