Fantoni contro l’Europa: «Green Deal, era un sogno è diventato un incubo»

L’azienda di Osoppo si prepara a chiudere il 2024 in calo del 5-6%, ma continua a investire

Via al passaggio generazionale. L’Ad: «Crediamo nella forza delle imprese familiari»

Maura Delle Case
Da sinistra, Paolo Fantoni, presidente dell'omonimo gruppo produttore di pannelli, e il figlio Alessandro
Da sinistra, Paolo Fantoni, presidente dell'omonimo gruppo produttore di pannelli, e il figlio Alessandro

Non esita a definirla «errata, ritardataria», colpevole del calo della domanda che sta interessando anche il settore del legno arredo. A finire sul banco degli imputati è la politica monetaria della Bce. Paolo Fantoni, presidente dell’omonimo gruppo industriale friulano, non lesina critiche nei confronti dell’istituto di Francoforte, le cui scelte, a giudizio dell’imprenditore, sono «una delle effettive cause del differenziale della crescita tra l’economia europea e gli altri blocchi, a partire dagli Usa». Le previsione di Fantoni per il settore è che l’anno si chiuda in linea con i risultati del primo semestre, che hanno visto un arretramento delle vendite (dati Federlegno arredo) del 5,2%. «Viste le premesse – afferma – è difficile pensare a un’inversione del trend registrato nei primi sei mesi». Premesse che hanno a che fare, come detto, con le politiche europee, quindi con le tante criticità della congiuntura: gli effetti di due conflitti, il prezzo alto dell’energia, le norme (ancora europee) legate al Green Deal – nel caso del legno arredo quella sulla tracciabilità della materia prima e sull’impronta di carbonio – che il presidente definisce «un incubo dopo essere stato un sogno». «Il rischio è che – spiega – se applicate così, in particolare la prima, molte piccole e medie imprese non reggano l’appesantimento burocratico e finiscano per chiudere».

Il sito industriale del gruppo Fantoni a Osoppo
Il sito industriale del gruppo Fantoni a Osoppo

Quali le richieste a Bruxelles? Prima ancora che abbassare i tassi d’interesse, l’Ue secondo Fantoni deve «aumentare il deficit di bilancio, pena perdere segmenti industriali e occupazione».

Un quadro a tinte fosche, quello delineato ieri dal presidente del gruppo del pannello in apertura dell’assemblea dei Trucioli d’oro, che ogni anno premia i dipendenti con oltre 20 anni di anzianità aziendale. Una vera e propria famiglia, estensione di quella naturale che guida la compagnia di Osoppo e che intende continuare a farlo, come ha precisato ieri l’ad Giovanni Fantoni, evidenziando la fortuna – sua e del fratello Paolo – di poter contare sui figli, «capaci e competenti», in grado insomma di portare avanti l’azienda, anche in ragione «della grande sintonia e intesa che hanno dimostrato tra loro».

Il passaggio generazionale qui è dunque garantito e mira a salvaguardare la dimensione “familiare” dell’azienda, realtà che conta su 4 stabilimenti produttivi, mille dipendenti a livello di gruppo, 423 milioni di euro di ricavi nel 2023 (la previsione per quest’anno è di una riduzione del 5-6%, non in ragione dei volumi, ma dei prezzi) e un margine operativo lordo (Ebidta) del 18%.

Giovanni Fantoni, Ad del gruppo friulano produttore di pannelli
Giovanni Fantoni, Ad del gruppo friulano produttore di pannelli

«Siamo convinti che le aziende familiari ben condotte hanno una marcia in più rispetto a quelle partecipate da fondi di investimento o quotate in Borsa. Queste ultime devono spesso rispondere ad altre logiche – ha considerato Fantoni –, spesso di breve periodo, che servono a premiare i manager o ad altri obiettivi rispetto all’ideale che abbiamo noi e che punta ad una crescita solida, proiettata nel futuro».

Dalle parole ai fatti. Ieri, per la prima volta, al tavolo dei relatori si è seduto anche Alessandro Fantoni, figlio di Paolo e direttore commerciale. Doveva esserci pure il cugino Marco, primogenito di Giovanni, costretto invece a casa per indisposizione. È stato quindi affidato ad Alessandro il compito di fare il punto sull’andamento del gruppo e i nuovi investimenti: a partire dalla Lesonit, in Slovenia, dove saranno spesi poco meno di 20 milioni per ampliare il sito produttivo. Si tratta del primo intervento del nuovo ciclo di investimenti, dopo quello che negli ultimi anni ha visto il gruppo mettere a terra 250 milioni di euro per realizzare nuovi impianti, efficientarne alcuni dei vecchi, intervenire sulla sicurezza delle linee più pericolose e andare a realizzare il nuovo ingresso al sito aziendale atteso per l’anno prossimo.

Se i risultati del pannello “mdf” (fibra a media densità) non sono stati brillanti nel primo semestre, meglio sono andati il pannello truciolare e il mobile per ufficio. Mobile che ha visto Fantoni firmare alcune commesse di grande prestigio: «Quest’anno abbiamo terminato una maxi fornitura per la Regione Piemonte, del valore di 14 milioni di euro, fornito i rivestimenti per il terminale crocieristico più grande del mondo, a Miami per Msc, e gli arredi per il nuovo headquarter di Hermès a New York. In portafoglio – ha concluso Alessandro – abbiamo poi 3,5 milioni di arredi per l’ospedale di Pordenone». 

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