Fedrigoni vende gli stabilimenti per 280 milioni e li userà in affitto

L’accordo è stato sottoscritto con un fondo di investimento alternativo immobiliare riservato chiamato “Italian Industrial Real Estate Fund”, costituito e gestito da Savills Investment Management Sgr, partecipato da W. P. Carey, specializzato in questo tipo di strategie
Nicola Brillo

Il gruppo Fedrigoni ha venduto la quasi totalità dei suoi immobili per 280 milioni di euro. Si tratta di un’operazione di vendita e locazione, tra le più importanti a livello internazionale. La storica società veronese, produttrice globale di carte speciali per il packaging di lusso con fatturato di oltre due miliardi di euro, rimarrà all’interno degli stabilimenti e pagherà un canone di affitto per i prossimi 20 anni.

L’accordo è stato sottoscritto con un fondo di investimento alternativo immobiliare riservato chiamato “Italian Industrial Real Estate Fund”, costituito e gestito da Savills Investment Management Sgr, partecipato da W. P. Carey, specializzato in questo tipo di strategie.

La gran parte degli asset sono locati in Italia (85%), tra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche, mentre il restante 15% è suddiviso tra Spagna e Germania. Il portafoglio, che costituisce la maggior parte degli impianti produttivi detenuti dal gruppo in Europa, vanta 414.000 metri quadrati di costruito.

È composto per la maggior parte da spazi industriali, con annesse superfici logistiche e ad uso ufficio. Due le tranche dell'accordo: la prima a dicembre 2023 (144 milioni di euro) e la seconda a gennaio 2024 (136 milioni). Sono 17 gli immobili totali ceduti (13 in Italia, tre in Spagna e uno in Germania). In Veneto sono interessati gli stabilimenti di Verona e Buttapietra, mentre in Friuli Venezia Giulia c’è Cordenons, poi Scurelle e Arco nel Trentino Alto Adige.

Questo ha permesso al gruppo Fedrigoni (controllato congiuntamente da Bain Capital e BC Partners) di valorizzare il portafoglio immobiliare, liberando risorse per ottimizzare la struttura finanziaria del gruppo e reinvestire nella crescita.

Da qualche anno operazioni di questo tipo non sono rare a livello internazionale, ma interessano sopratutto il settore logistico, aerei e residenze per anziani, meno quello industriale. Gli investitori internazionali guardano con sempre più interesse all’immobiliare, anche italiano. Si tratta di operazioni con un rischio basso: chi investe sottoscrive immediatamente un contratto di locazione a lungo termine con la società che cede l’immobile.

Per questa operazione è stata assistita da SI – Studio Inzaghi, Gianni & Origoni, Pérez-Llorca e Reius sui profili legali nazionali e internazionali della transazione. Cbre ha agito invece come advisor finanziario ed immobiliare per la vendita e contestuale locazione degli asset.

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