Fiere in ginocchio, Danese: «Il Decreto Liquidità sancisce la funzione strategica del sistema»

Il presidente di Veronafiere incassa l'appoggio del governatore veneto Zaia. Il danno delle cancellazioni a Nordest stimato in circa 700 milioni di euro più l’indotto
Un momento dell'inaugurazione di Vinitaly 2019, Verona, 7 aprile 2019. ANSA/MAURILIO BOLDRINI
Un momento dell'inaugurazione di Vinitaly 2019, Verona, 7 aprile 2019. ANSA/MAURILIO BOLDRINI

VERONA. La fine del lockdown non ha cambiato la situazione per il settore fieristico, che resta fermo per l’impossibilità di creare assembramenti, inevitabili nel corso delle manifestazioni espositive. «Oggi si celebra la giornata mondiale delle fiere a padiglioni ancora chiusi», ha ricordato ieri il presidente di Veronafiere e vice presidente di Aefi (l’associazione di settore) Maurizio Danese.

«All’emergenza fa seguito un’incertezza sulla ripartenza che è in forte contrasto con la nostra consapevolezza di poter essere decisivi per l’export delle piccole e medie imprese italiane», ha aggiunto.

Una centralità, è l’analisi di Danese, riconosciuta prima dai presidenti delle tre regioni (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna) - che assieme sommano il 75% delle manifestazioni internazionali italiane - e ora anche nel DL Liquidità, in corso di approvazione, «che finalmente sancisce la funzione strategica del sistema fieristico per i mercati del made in Italy».

Secondo le stime, il lockdown fieristico ha determinato la cancellazione o rinvio degli eventi programmati nel primo semestre del 2020, con un danno per le sole realtà fieristiche delle tre regioni di circa 700 milioni di euro più l’indotto.

Veronafiere, che è il primo organizzatore in Italia per manifestazioni dirette e di proprietà, è stata costretta a cancellare o riprogrammare oltre 20 eventi, con un danno che impatterà nell’ordine del 50% sul fatturato 2020.

Per il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, secondo il quale «la riapertura dei padiglioni sarà il segnale forte del superamento dell’emergenza e soprattutto della necessaria ripartenza del mondo produttivo». Le fiere, ricorda il governatore, sono un asset strategico per la promozione del made in Italy sui mercati internazionali e una leva fondamentale per la competitività delle pmi italiane.

Gli appuntamenti promossi dai nostri poli fieristici si sono affermati a livello globale come vetrine di straordinario valore promozionale ed economico per il nostro territorio, anche in termini di indotto con un fortissimo richiamo di milioni di persone». —

<SC1038,169> RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © il Nord Est