F.lli Campagnolo in prima linea per il riciclo dei tessuti
Il gruppo veneto è tra i fondatori di Cobat tessile, il consorzio volontario italiano per la raccolta, il trattamento e l’avvio al recupero di prodotti tessili giunti a fine vita

VICENZA. Anche i tessuti avranno una seconda vita, una possibilità di riutilizzo, nel segno dell’economia circolare. A renderlo possibile – e sistematico – sarà Cobat tessile, il neonato consorzio volontario italiano per la raccolta, il trattamento e l’avvio al recupero di prodotti tessili giunti a fine vita.
Un’iniziativa che vede tra i suoi protagonisti il gruppo veneto F.lli Campagnolo, produttore dal 1948 di abbigliamento sportivo, per il tempo libero, per bambino e homewear con i brand CMP, Melby, Marina Militare e Maryplaid.
Il gruppo è infatti tra i fondatori del consorzio insieme a Leva Spa, Remmert Spa, alle associazioni delle piccole, medie e grandi industrie (Cna, Confartigianato, Casartigiani e Confindustria Toscana Norda) e a Tintess Spa, società attiva nel settore del riciclo.
“Far parte del cambiamento vuol dire non subirlo – dichiara Fabio Campagnolo, terza generazione di F.lli Campagnolo –. In linea con il nostro percorso verso la sostenibilità abbiamo deciso di essere tra i fondatori di Cobat Tessile perché vogliamo essere parte attiva della tavola rotonda che lavorerà sul tema della trasformazione dei vestiti non più utilizzabili e degli scarti in nuove materie prime o in energia, anticipando la richiesta della normativa EPR che chiede anche a noi produttori tessili di adeguarci e gestire in prima persona l’intero ciclo di vita del prodotto”.
Un progetto corale per il quale l’azienda mette a servizio il suo know-how di produttore di abbigliamento al fine di identificare uno sviluppo più sostenibile, che apporti benefici non solo all’ambiente, ma anche all’intero sistema economico nazionale, riducendo gli sprechi e generando nuove materie prime, guidato dai valori della trasparenza, dell’efficienza, e della sostenibilità.
Al momento la condivisione di saperi e conoscenze tra tutti gli attori coinvolti è la prima importante sfida del consorzio, che in seconda battuta si pone l’obiettivo di sviluppare servizi integrati sempre più competitivi e sostenibili, a livello ambientale, economico e sociale, per la gestione del fine vita dei prodotti tessili. Il tutto anticipando o rispondendo puntualmente ai mutamenti delle norme e del mercato, facendo innovazione attraverso l’economia circolare.
“Far parte di Cobat Tessile è motivo di orgoglio perché, in qualità di produttori del comparto tessile, vogliamo impegnarci seriamente per una gestione produttiva che segua le regole dell’economia circolare in ogni sua fase. Abbiamo già messo in campo azioni che coinvolgono le aree People (dipendenti e tessuto sociale), Planet (ambiente) e Product (prodotto), come l'inserimento di stagione in stagione di articoli certificati GRS, ma questo è un passo in più, una promessa che facciamo a noi stessi e ai nostri consumatori per un futuro ed un ambiente migliore, dove nulla è da considerarsi scarto ma bensì risorsa – afferma Fabio Campagnolo –. Saremo felici di poter condividere entro la fine dell’anno il nostro primo Bilancio di Sostenibilità, a conferma del lavoro svolto”.
Un lavoro che dimostra ancora una volta la solidità di un Gruppo con un occhio sempre rivolto al futuro, ma dalle solide basi e con un’importante capacità di reazione. Per questo si può permettere di guardare al futuro con fiducia: lo dimostrano i numeri che caratterizzano gli ultimi tre anni di attività.
Se nel 2019 il fatturato si attestava a oltre 161 milioni di euro, il primo anno del Covid riduceva il giro d'affari a 146 milioni di euro. La reattività del gruppo ha dimostrato tutta la sua forza nel 2021, con un incremento dei ricavi che ha consolidato il bilancio a quasi 185 milioni di euro di fatturato, riassorbendo la fluttuazione dell'annualità precedente.
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