Fondaco dei Tedeschi, c’è l’accordo sindacale per i 200 dipendenti
Incremento sostanzioso delle indennità di uscita, impegno a una ricollocazione del personale presso altri punti vendita, riconoscimenti anche per chi dà le dimissioni prima della data di chiusura del punto vendita prevista per il 30 aprile
Sul futuro degli oltre 200 lavoratori del Fondaco dei Tedeschi destinati a perdere il posto di lavoro torna un barlume di sereno. Incremento sostanzioso delle indennità di uscita, impegno a una ricollocazione del personale presso altri punti vendita, riconoscimenti anche per chi dà le dimissioni prima della data di chiusura del punto vendita prevista per il 30 aprile.
Sono questi i cardini su cui il 10 gennaio 2024, al termine di una trattativa-fiume durata oltre quattro ore, è stato raggiunto un pre accordo tra il gruppo Dfs (parte della galassia di Lvmh e gestore dello store del lusso vicino a Rialto) e le sigle sindacali (Filcams Cgil - Fisascat Cisl - Uiltucs). Ora il testo dovrà essere ratificato dalla prossima assemblea dei lavoratori, giovedì prossimo.
Nel frattempo, però, un primo risultato sembra essere stato raggiunto: congelato lo sciopero e lo stato di agitazione, già annunciati dai sindacati a dicembre. Il motivo di questa scelta è da ricercarsi nei «sostanziali» passi avanti raggiunti nel corso della trattativa di ieri. Risultati che hanno portato i sindacati a ritenersi «soddisfatti» dell’incontro.
Innanzitutto, è stata rimodulata l’entità economica della buonuscita. In un primo momento, si era parlato di una mensilità per ciascuno degli anni di anzianità di lavoro maturati al Fondaco. Il tavolo, invece, ha portato all’aumento della buonuscita da un minimo di cinque mensilità ad un massimo di ventuno, anche in questo caso parametrata in base agli anni di anzianità. Non è stato previsto, invece, l’accesso alla cassa integrazione guadagni straordinaria.
In secondo luogo, è stato garantito un riconoscimento economico anche a chi darà le dimissioni prima del 30 aprile, data confermata per la chiusura del negozio. In un primo momento, questa possibilità era stata preclusa da parte del gruppo Dfs.
Infine, la proprietà del marchio si è impegnata formalmente a facilitare la ricollocazione del personale nei punti vendita e negli uffici del gruppo Lvmh (a cui fa capo la stessa Dfs).
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