Fonderie Montorso fa shopping grazie al Fondo d’investimento

Acquisizioni a raffica anche

grazie alle spalle forti del nuovo

socio. L’ad Ivaldi: «L’obiettivo

è crescere e completare

l’offerta nel ramo oleodinamico»

Luigi Dell’olio
Working in cast iron foundry
Working in cast iron foundry

VICENZA. Entrare in nuovi filoni di business, portare in casa nuove competenze, innovare. Sono le priorità delle vicentine Fonderie di Montorso, attive nelle fusioni in ghisa per il mercato oleodinamico, che grazie alle spalle larghe della controllante Fondo italiano d’investimento, si è lanciata in una campagna di acquisizioni preservando al contempo i legami con il territorio.

Nei giorni scorsi è stato raggiunto un accordo per rilevare Perucchini, realtà di Omegna (Verbano-Cusio-Ossola) attiva nella produzione di componenti complessi in ghisa e acciaio, appartenente al gruppo Atos, uno dei principali operatori internazionali del settore elettroidraulico. Si tratta della quinta acquisizione effettuata negli ultimi quattro anni da Fonderie di Montorso, che ha avviato lo shopping con la concorrente Fondmatic, realtà bolognese e principali gruppi europei del settore delle fusioni in ghisa per applicazioni oleodinamiche, per poi rilevare la vicentina Animisteria Fiorini, che produce anime per la fusione di getti in ghisa. Quindi è stata la volta di Fonderia Scaranello (azienda di Rovigo specializzata in produzione di anime per fonderia a caldo) e poi mesi fa di Evotech Hydraulics (Castelletto Bolognese), attiva nelle lavorazioni meccaniche di getti o fusioni in ghisa.

Le ultime quattro acquisizioni più recenti sono state realizzate dopo l’ingresso nel capitale di Montorso da parte del Fondo Italiano Consolidamento e Crescita, gestito da Fondo Italiano d’Investimento Sgr, un’iniezione di capitali che ha consentito all’azienda vicentina di accelerare nella creazione di un polo di settore, fino a raggiungere un giro d’affari di circa 110 milioni di euro e un Ebitda margin del 15%. «Oltre alla fusione a terra, oggi possiamo offrire la tecnologia di fusione a conchiglia con una gamma dimensionale ampia che va dai 5 ai 100 chili, vogliamo diventare leader nello shell moulding (la tecnica utilizzata per produzione automatizzata di lotti numerosi, ndr) per l’industria oleodinamica», racconta Dario Ivaldi, amministratore delegato di Fonderie di Montorso. Che sottolinea come l’obiettivo sia di continuare a crescere nelle lavorazioni meccaniche per completare l’offerta nel settore oleodinamico. «Lo scoppio della pandemia nella primavera dello scorso anno aveva interrotto bruscamente le catene di fornitura», ricorda. «Chi era andato a cercare i pezzi in Asia per ragioni di costo, magari sacrificando un po’ la qualità, oggi non vuole correre rischi. In tanti hanno portato una percentuale maggiore di produzione in prossimità. Noi andiamo quindi dove sono i nostri clienti, in Europa e in Nord America».

Un gruppo che si internazionalizza, ma senza perdere il contatto con il territorio. «Da quando sono arrivato ho stretto accordi con le Università in primis l’Università di Padova per approfondire le lavorazioni metallurgiche», racconta Ivaldi. «Abbiamo alcuni stagisti dell’Università che stanno imparando il mestiere e che contiamo restino con noi anche nel futuro».

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