Fonte Margherita cresce nonostante il Covid e punta sul vetro e l’home delivery

La consegna a domicilio è destinata ad avere peso in un fatturato 2020 previsto dall’azienda attorno ai tre milioni di euro, frutto di 20 milioni di pezzi messi in commercio
PADOVA. "In Italia e in Europa, la Fonte Margherita del 2020 è stata un po' come l'Atalanta nel calcio: innovativa e dirompente, in mezzo agli squadroni multinazionali del settore. Parliamo infatti di una strategia di marketing costruita su elementi come l’acqua minerale in vetro, il porta a porta intensificato dal lockdown, lo Spritz Zero analcolico e il brick in cartone riciclabile".
 
Così se ne esce Nicola Sartore, 42 anni, imprenditore padovano che dal 2018 condivide con il manager vicentino Denis Moro il rilancio di quest’acqua minerale delle Piccole Dolomiti, rilevata dopo anni di progressiva decadenza e ora commercializzata in bottiglie di vetro per lo più a rendere, senza alcuna concessione alla più inquinante plastica.
 
Può così continuare una storia iniziata nel 1845, anno in cui a Valli del Pasubio, stazione montana dell'Alto Vicentino, si decide di utilizzare per fini produttivi una fonte poi intitolata alla regina Margherita di Savoia, ospite nel 1904 all’albergo All’Alpino
 
Il paragone con l'Atalanta, squadra bergamasca terza nella scorsa Serie A, e giunta a un soffio dalle semifinali di Champions League, sta in piedi, pensando a passato prossimo e presente del brand. Che di questi tempi ha iniziato a farsi conoscere all'estero dopo due anni concentrati prima nel rinnovamento tecnologico di stabilimenti storici delle Piccole Dolomiti come Fonte Margherita e Sorgente Alba, e poi nella riapertura e nell’ammodernamento di Fonte Regina Staro, le cui bollicine fino a mezzo secolo fa erano di casa sulle tavole del Veneto.
 
E’ una crescita che oggi vanta dunque tre stabilimenti e cinque marchi storici, andati di pari passo con una strategia di espansione commerciale dove al secolare porta a porta delle casse d'acqua si è sommato l'approdo al circuito "horeca" dei bar e dei ristoranti, oltre che a quello della grande distribuzione dei supermercati.
 
Questi ultimi sono punti vendita raggiunti anche dalla nuova linea di analcolici a marchio Azzurra, prodotti con acqua del Pasubio e aromi naturali, senza ricorrere a coloranti: bevande salutistiche che hanno ampliato l’offerta commerciale, ponendo le basi per il salto oltreconfine. "E' bastato mettere il naso fuori dai confini nazionali – spiega in proposito Sartore, a molti noto come ceo dell'azienda metalmeccanica padovana Sariv – per tastare subito le potenzialità del brand Fonte Margherita. Tanto per fare un esempio, la distribuzione ci segnala che molti inglesi appassionati di alpinismo restano colpiti dalle parole Piccole Dolomiti scritte sul marchio".
 
Così, mentre incalza la campagna estera, sul fronte interno Fonte Margherita fa segnare un posizionamento caratterizzato dalla particolare congiuntura dell'anno in corso. "Costretti a rimanere in casa durante il lockdown, molti italiani hanno riattivato vecchie consuetudini – racconta Sartore. – Per cui, più di qualcuno, ricordandosi delle casse di quest’acqua portate a casa dei suoi nonni, ha innescato un passaparola sempre efficace. E' ancora presto per fornire cifre esatte, ma posso già anticipare che chiuderemo il 2020 con un aumento percentuale a due cifre sul fronte del porta a porta".
 
E' una voce, questa della consegna a domicilio, destinata ad avere peso in un fatturato 2020 previsto dall’azienda attorno ai tre milioni di euro, frutto di 20 milioni di pezzi messi in commercio.
 
Nonostante quest’anno la pandemia abbia causato una contrazione del 30% nel settore dell’horeca, si apprende inoltre che un significativo 15% di questo fatturato di Fonte Margherita proviene dai nuovi prodotti lanciati negli ultimi dieci mesi, tra cui il brick in cartone interamente riciclabile e le nuove bibite analcoliche tese a rafforzare una visione aziendale fondata su eco-sostenibilità e socializzazione in chiave salutistica. E’ in questa direzione che punta l’ultimo arrivato, il nuovo Spritz Zero, prodotto per promuovere movide non-etiliche, dove l'effervescenza dell'acqua si sostituisce alla gradazione alcolica.
 
Dovendo mettere sul piatto le ragioni di due anni di crescita, Nicola Sartore invita infine a non sottovalutare le politiche di sviluppo territoriale che hanno contribuito a dare slancio a Valli del Pasubio, paese dove la tradizione della sopressa di maiale coesiste con attrattive come un ponte tibetano costruito nuovo di zecca per migliaia di visitatori affascinati dagli intrecci fra culture.  
 
“Di Valli mi parlò Denis Moro il giorno in cui l’ho conosciuto – racconta Sartore. - Faceva parte di una commissione di laurea al Cuoa, la Business School di Altavilla Vicentina, dove mi colpì subito la sua figura di giovane creativo. Scopro così che, nonostante abbia alle spalle un'importante carriera nel mondo della finanza internazionale, Denis nutre degli interessanti progetti legati alla promozione del territorio delle Prealpi. Bene, è come se da quel giorno avessi iniziato a respirare anch’io l'aria di Valli”
 

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