Forno Bonomi è il re dei savoiardi nel mondo. Ricavi a 77 milioni

La leadership dell’azienda veronese ora si estende anche ad altri prodotti dolciari
Eva Franceschini

Il savoiardo è, a pieno titolo, il biscotto utilizzato nella preparazione più artigianale e tradizionale del tiramisù, dolce tipicamente veneto, almeno secondo le cronache dell’Ottocento che si hanno a disposizione.

Il primo produttore al mondo di savoiardi è l’azienda veronese Bonomi, situata ad oltre 900 metri di altitudine, in Lessinia, in un paesaggio incontaminato, a pochi chilometri dal Lago di Garda. Ma la produzione di Forno Bonomi non si limita al savoiardo: l’azienda si sta specializzando nella realizzazione di sfogliatine, amaretti e, non ultima, nella Tortafrolla, dolce tipico di Verona, città nota nel panorama internazionale per l’Arena, la musica lirica e la leggendaria storia di Romeo e Giulietta.

Quest’anno, Bonomi ha deciso di investire in una promozione alternativa dei propri prodotti, avviando una collaborazione con la Fondazione Arena: la celebre Tortafrolla verrà legata alla stagione lirica in programma, intrecciando la storia dell’azienda e le sue specialità con l’evento cardine della città di Verona. «Come tutte le cose che nascono per piccole fatalità, anche questa sinergia è frutto, in parte, del caso – racconta il presidente Fausto Bonomi -. Rientra, comunque, in un’ottica di collaborazione che è il fulcro della nostra comunicazione, strettamente correlata al territorio. Spesso, in passato ci siamo avvicinati al mondo dello sport. Stavolta, abbiamo scelto di essere partecipi di un evento davvero molto prestigioso per questa parte del Veneto, dedicato alla musica lirica».

La Bonomi produce le proprie linee alimentari in uno stabilimento di 65.000 mq, che occupa 190 dipendenti, dotato dei più moderni impianti tecnologici, dove si lavora h24 su tre linee di savoiardi, che sfornano complessivamente 38 quintali all’ora di prodotto, vero record mondiale, e 2 linee sulle altre ricette. Ogni giorno, sforna 900 quintali di prodotto finito, grazie a un ciclo produttivo continuo alimentato da fonti 100% rinnovabili e totalmente automatizzato.

«Ormai da 8 anni, abbiamo un impianto fotovoltaico che produce il 20% del nostro fabbisogno -prosegue Bonomi -. Rispetto ai prodotti, stiamo cercando di usare materie prime made in Italy, ad esempio lo zucchero, nella quasi totalità, e il burro. Pretendiamo le certificazioni dai nostri fornitori, per garantire un prodotto di qualità alle persone». Forno Bonomi, dunque, continua a spingere sempre più in alto la qualità dei suoi prodotti, insieme al servizio verso il mercato B2B e B2C. È una realtà internazionale in continua crescita, con un fatturato 2023 di 77 milioni e una quota export pari al 60%, che si realizza su 110 Paesi localizzati in Europa e oltreoceano, e una marcata intraprendenza verso la sostenibilità.

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