Fratelli Cosulich, la dinastia triestina investe su acciaio ed energia green

Il gruppo della logistica supera nel 2022 i 2 miliardi di fatturato, esercizio record in un mercato difficile per la guerra in Ucraina

Piercarlo Fiumanò

Si è appena chiuso un anno da record per la triestina Fratelli Cosulich con un fatturato a 2,2 miliardi di euro (+45% sul 2021), Ebitda a 68,7 milioni (+180%) e risultato netto a 52 milioni (+170%). Risultati che arrivano in un anno di forte espansione nel post-pandemia che ha fatto impennare i prezzi del trasporto in uno scenario geopolitico e dei traffici sconvolto dalla guerra in Ucraina. Il gruppo, che negli ultimi cinque anni ha investito 290 milioni, si prepara a una nuova fase di espansione.

Anche nel 2023 Cosulich vuole investire «pesantemente» nella transizione energetica: il gruppo oggi è armatore di sei bettoline stanziate a Singapore che riforniscono le navi dei grandi traffici via mare. L’obiettivo è di essere pronti quando si capirà quali saranno i carburanti del futuro: ammoniaca, metanolo e idrogeno (risorsa sulla quale a Trieste si sta formando una Hydrogen Valley). Il gruppo triestino prosegue così nella sua strategia di sviluppo di uno shipping sempre più green: «Fratelli Cosulich è convinto della necessità che l’industria agisca in prima persona per decarbonizzare il trasporto marittimo e raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni», ha fatto sapere più volte il gruppo che ha pubblicato il suo rapporto di sostenibilità.

Augusto Cosulich
Augusto Cosulich

Fondata nel 1857 a Lussinpiccolo e simbolo della Trieste emporiale dell’altro secolo, la Fratelli Cosulich, è cresciuta a colpi di acquisizioni in questo lungo periodo (attualmente controlla ben 128 società), senza mai perdere l’identità di gruppo familiare. Oggi opera in 18 paesi con 14 unità operative e impiega 2.500 persone con sedi in Italia a Genova, Venezia, Trieste, San Giorgio di Nogaro, Napoli, Milano, Bari e Livorno. Negli anni Cosulich ha ampliato la sua attività da agenzia marittima tradizionale si è evoluto come un big della logistica diversificando attraverso acquisizioni e joint venture.

Il presidente Cosulich guida una dinastia giunta alla settima generazione. La società, nata a Genova, mantiene la sede legale a Trieste che resta da sempre il cuore di un gruppo che nel 1918 comprendeva i cantieri di Monfalcone e di Trieste, la Cosulich e il Lloyd Triestino, la prima compagnia aerea italiana (Sisa) e altre attività. Una conglomerata industriale che in parte fu poi costretta a confluire nel nascente gruppo Iri, l’Istituto per la Ricostruzione industriale.

Come si legge nella brochure del bilancio Fratelli Cosulich non ha tradito le sue origini che si formano in 165 anni di storia come grande gruppo mondiale dei trasporti: uno dei simboli di questa storia fra le due guerre mondiali sono le due navi gemelle dedicate al trasporto passeggeri, Saturnia e Vulcania che collegavano Trieste e Napoli a New York, e ancora oggi tra i nomi “brand” più rappresentativi del Gruppo assieme a Oceania e Neptunia, le altre due navi passeggeri che solcavano i mari del Sud America. Stretto il collegamento con il mondo della finanza e delle assicurazioni triestina alle origini di questa storia dinastica e industriale che ha fatto le fortune della Trieste emporiale all’alba dello scorso secolo. Il nonno di Augusto Cosulich, Antonio, fu presidente delle Generali nel 1943 e suo fratello Augusto ha creato i cantieri di Monfalcone, poi diventati Fincantieri.

Fratelli Cosulich oggi lavora in piena sintonia familiare: il capitale è al 100% nelle mani della famiglia e ciascun ramo si occupa di un singolo capitolo del business e ha importanti ruoli rappresentativi di categoria. Timothy Cosulich è stato appena eletto a capo dell’ente l'International Bunker Industry Association.

Nell'ultimo anno Fratelli Cosulich ha fatto svariate acquisizioni e accordi. È diventata azionista di maggioranza in due aziende, l'agenzia marittima Marlines di Monfalcone (con l'80%) e la società di spedizioni Tpg Logistika (con il 70%) di Capodistria. Recente anche lo sbarco nel porto di Capodistria con Depolink per poter disporre di una vasta area per merci e container. Nel 2022 la strategia di crescita è proseguita con l'acquisizione di Mesco international, società turca specializzata nel trasporto minerario, attiva da 15 anni nel settore della logistica internazionale, divenuta la 112ma società sotto le insegne del gruppo triestino-genovese.E poi c’è l’ingresso sul mercato dei super-yacht con l’acquisizione di Monaco Yacht Partner, una delle principali società di brokeraggio e charter di yacht con sede nel Principato.

C’è sempre più acciaio nelle operazioni di Fratelli Cosulich dopo che nel 2020 ha acquisito il 37% del trader svizzero Trasteel. Nello shopping è entrata così anche Profilmec, uno dei principali produttori italiani di tubi in acciaio con applicazioni in un’ampia gamma di settori in tutta Europa, acquisito dall’affiliata svizzera. Profilmec ha uno stabilimento anche a Sesto al Reghena (vicino a Pordenone) per una capacità produttiva di 350.000 tonnellate annue. Il gruppo dello shipping ha acqusito così un ruolo primario nelmondo dell’acciaio regionale dopo l’ingresso (per tramite di Trasteel) nelle Officine Tecnosider di San Giorgio di Nogaro, che producono circa 400mila tonnellate l’anno di lamiere da treno. Molto salda poi la partnership con il gruppo ucraino Metinvest che per alcuni mesi ha costretto anche Cosulich a gestire le drammatiche conseguenze dell’invasione Russia in Ucraina. Solo otto mesi dopo esservi rimasta bloccata, la nave Tzarevna della compagnia di navigazione Vulcania (del gruppo Cosulich) ha potuto lasciare il porto ucraino di Mariupol nel novembre scorso. Fratelli Cosulich è sempre più strategica anche nella logistica dei traffici via mare in Cina: nello stabilimento del cantiere Cimc Soe, nella provincia del Jiangsu sulla riva settentrionale del Fiume Azzurro, il gruppo triestino ha varato la nave cisterna Alice Cosulich. Cosulich conosce a fondo il mercato cinese. Con la compagnia di Stato, la Cosco, il gruppo triestino ha dato vita una ventina d’anni fa a Coscos, prima joint venture italo-cinese con sede in Italia, a Genova.

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