Garofalo Health Care cresce in Veneto

Acquisita la Clinica San Francesco di Verona arrivando così a controllare sette strutture in Veneto, che diventa la prima regione per il numero di cliniche gestite (27 il totale a livello nazionale). L'ad Laura Garofalo: "Ora puntiamo al passaggio al segmento Star di Borsa italiana”.

VERONA - Punta con decisione sul Veneto la strategia di crescita di Garofalo Health Care (Ghc), azienda della sanità privata quotata a Piazza Affari dal 2018.

La società con quartier generale a Roma ha rilevato la Clinica San Francesco di Verona arrivando così a controllare sette strutture in Veneto, che diventa la prima regione per il numero di cliniche gestite (27 il totale a livello nazionale).

Una scelta non casuale, bensì dettata dalla volontà di puntare sui territori più ricchi della Penisola.

La clinica, che passerà di mano per 59,5 milioni di euro (sono stati firmati i contratti vincolanti per l’acquisizione, che sarà completata a breve) è considerata un unicum nel campo della chirurgia protesica ortopedica con tecnica robot-assistita, in grado di realizzare in un unico ambiente un percorso assistenziale che parte dalla diagnostica, per proseguire con l’intervento e la riabilitazione, anch’esse in grado di sfruttare le metodica robotica.

Il venditore è il professor Piergiuseppe Perazzini, che continuerà a svolgere la sua attività medico-chirurgica e di coordinamento e sarà responsabile della formazione nella chirurgia ortopedica robotica per il gruppo Ghc.

Nel percorso di crescita, Ghc ha avviato l’iter per il passaggio allo Star, il listino della Borsa di Milano dedicato alle medie aziende d’eccellenza, e ha ridefinito la struttura organizzativa.

In particolare, arriva come direttore generale Umberto Suriani, che è stato amministratore delegato del gruppo Fides (attiva nel settore delle cosiddette “residenzialità extraospedaliera a elevata integrazione sanitaria”) fino al 2017, anno in cui la società è stata acquisita proprio dal gruppo Garofalo.

Luigi Celentano, già nel gruppo dall’Ipo come responsabile pianificazione controllo e rischi, e in precedenza top manager di Italo, diventa chief financial officer del gruppo. Inoltre viene istituita la figura del chief sustainability officer, carica assegnata a Mimmo Nesi, in aggiunta al suo attuale ruolo di responsabile investor eelations. Q

uesta novità sta a indicare la volontà del gruppo di puntare su un filone dal grande potenziale in tutti i comparti del business come la sostenibilità, per altro molto apprezzata dagli investitori, come dimostra la crescita negli ultimi anni del numero di fondi che investono esclusivamente in aziende con questi valori.

“Dopo poco più di due anni dall’Ipo, siamo cresciuti in maniera esponenziale incrementando i ricavi di circa il 68%”, rivendica Laura Garofalo, amministratore delegato di Ghc.

“Attualmente abbiamo 27 strutture in otto regioni italiane e siamo prossimi al passaggio al segmento Star di Borsa italiana”.

Riproduzione riservata © il Nord Est