Geox ricavi in discesa: «Un anno complesso. Ci stiamo trasformando»
Enrico Mistron ad del gruppo: «Mercato ancora difficile, grande attenzione ai costi». Il rilancio passa dal nuovo piano industriale che sarà presentato il 13 di marzo

Geox cambia marcia. La società trevigiana fa pulizia nei conti con l’approvazione del bilancio 2024 e si appresta a ritrovare la crescita con il nuovo piano industriale che verrà presentato alla comunità finanziaria giovedì prossimo (13 marzo) a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana.
Approvato sul finire dello scorso anno, punta a «mettere con ancora maggiore forza il consumatore al centro di ogni decisione aziendale», per usare le parole dell’amministratore delegato, Enrico Mistron. Tre i pilastri del piano al 2029: innovazione, stile e sostenibilità. Parlando con gli analisti, il timoniere Mistron ha spiegato che la società raccoglierà i frutti degli investimenti fatti in questi mesi sull’innovazione di prodotto e delle linee, mentre l’attenzione ai temi Esg resterà centrale a dispetto dei venti contrari che arrivano dagli Stati Uniti non solo per ragioni etiche, ma anche perché in grado di generare valore nel lungo termine. L’anno in corso e quello prossimo saranno prevalentemente della ristrutturazione, con il successivo triennio focalizzato sulla crescita. Una parte del lavoro di riorganizzazione è già stato fatto nel 2024, nel cui bilancio sono stati spesati costi straordinari di natura non ricorrente per circa euro 13 milioni relativi alla trasformazione e all’ottimizzazione della rete distributiva del gruppo, alla chiusura di alcune filiali e ad attività di ristrutturazione dell’organizzazione interna.
In particolare sono state chiuse le filiali in Cina, ma senza passi indietro sul mercato del Dragone, che verrà presidiato tramite partnership con un operatore locale. Un’evoluzione simile potrebbe riguardare nei prossimi mesi gli Stati Uniti. Complessivamente, lo scorso anno sono stati aperti 37 nuovi Geox Shops e ne sono stati chiusi 76, in linea con la programmata ottimizzazione dei negozi nei mercati più maturi e un’espansione nei Paesi in cui la presenza del Gruppo è ancora limitata ma in positiva evoluzione Quanto ai numeri, lo scorso esercizio ha registrato un calo del fatturato nell’ordine del 7,8%, a quota 663,8 milioni di euro, con il management che ha reagito a questa dinamica attuando un piano volto a ridurre la struttura dei costi operativi, il che ha permesso risparmi per circa 20 milioni rispetto al 2023. Il margine operativo lordo è sceso da 37 a 26,2 milioni di euro, mentre il risultato operativo rettificato si è quasi dimezzato, passando da 15,6 a 8,8 milioni. A chiudere il quadro, un risultato netto rettificato negativo per 17,3 milioni rispetto, in peggioramento rispetto a -6,5 milioni dell’esercizio precedente.
Presentando i numeri, Mistron ha parlato di quello passato come «un anno complesso per il gruppo, segnato dal protrarsi di condizioni di mercato difficili che hanno condizionato le performance aziendali e i volumi di vendita». Il rilancio passa anche dall’aumento di capitale approvato sul finire del 2024 e che si andrà a concretizzare – per via delle tempistiche amministrative – ai primi di giugno, anche se la Lir, la finanziaria della famiglia Polegato che ha in pancia il 71% del capitale, ha già anticipato i 30 milioni previsti complessivamente, in modo da evitare sorprese in caso di reazioni negative da parte del mercato. La ricapitalizzazione porta nuovo ossigeno all’azienda per completare il processo di trasformazione. Intanto nell’anno in corso prevale l’incertezza dovuta alle dinamiche internazionali.
«Il difficile contesto macroeconomico, le dinamiche settoriali del mercato di riferimento e l’evoluzione della situazione geopolitica internazionale attualmente in atto continuano a incidere sulle aspettative di consumo del nostro settore», scrive l’azienda nel documento che accompagna i conti. Specificando che l’attenzione nel breve termine si focalizza sullo sviluppo delle piattaforme digitali, in un contesto in cui il perimetro della rete dei negozi fisici dovrebbe rimanere sostanzialmente invariato. «Inoltre, si prosegue nella strategia volta all’innalzamento qualitativo della distribuzione multimarca, tramite operazioni selettive di razionalizzazione di mercati e di partner distributivi», si legge ancora. I ricavi sono visti in flessione di qualche punto percentuale rispetto al 2024, mentre la marginalità operativa è attesa in calo di circa 80 punti base su base annua.
Riproduzione riservata © il Nord Est